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Fondazione Symbola, Realacci: "Italia già in campo nella mobilità del futuro"

L'intervista al presidente della Fondazione Symbola in occasione della presentazione della quarta edizione dello studio "100 Italian E-Mobility Stories 2023"

Economia, Energia, Trasporti
Fondazione Symbola, Realacci: "Italia già in campo nella mobilità del futuro"
(Teleborsa) - "Le 100 storie di imprese, associazioni e centri di ricerca rappresentano l'eccellenza italiana della mobilità elettrica e ci dicono che l'Italia è già in campo nella mobilità del futuro. La filiera raccontata da Fondazione Symbola ed Enel ci dice anche che il nostro Paese ha tutte le condizioni per affrontare le crisi. Occorre costruire insieme – con il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali e culturali, come afferma il Manifesto di Assisi – un'economia e una società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro, più attente alla crisi climatica, più giuste, resilienti, competitive. Un percorso per superare le crisi che vede nella sostenibilità e nella sfida ai cambiamenti climatici la strada per far ripartire l'economia orientandola verso un nuovo futuro. Il percorso che raccontano è spesso stato avviato dalle imprese senza un adeguato accompagnamento pubblico. È ora di recuperare questo ritardo". È quanto ha affermato Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola in occasione della quarta edizione dello studio "100 Italian E-Mobility Stories 2023", presentato da Fondazione Symbola, Enel ed Enel X Way oggi a Roma, presso l'Associazione Civita.






Cento storie italiane di E-Mobility: cosa emerge da questa quarta edizione del rapporto presentato da Fondazione Symbola, Enel ed Enel X Way?

"Una conferma che riguarda la mobilità elettrica ma riguarda anche un po' tutti i settori che abbiamo nel corso di questi anni analizzato assieme all'Enel. Se uno guarda l'Italia negli occhi scopre cose che gli altri umani non possono immaginare e le scopre a partire da quello che noi siamo stati e da quello che possiamo essere. Scorrendo queste storie – disponibili gratuitamente sul sito della Fondazione Symbola e dell'Enel – si trovano non solo aziende innovative ma anche aziende tradizionali che accettano questa sfida: dalla Ferrari a Brembo, da Atala alla 1000 Miglia. Questo perché l'Italia è forte quando fa l'Italia e quando mette assieme le frontiere del futuro con la sua anima".

Lo studio presenta diversi esempi positivi. Quali, invece, le criticità?

"Le criticità sono state in questi anni legate a un ritardo della politica. È un problema che vale per l'Europa e vale in particolar modo per l'Italia. Devo dire che il messaggio che ci ha mandato il ministro Urso è di segno diverso da quello dei ministri del governo precedente. Io ricordo che c'era un ministro che diceva sempre che il problema è che dobbiamo scegliere se morire di fame o morire d'ambiente e questa non mi sembra la maniera migliore per spingere verso l'innovazione. Da questo punto di vista qualcosa sta cambiando. Anche perché poi il mondo va in quella direzione: per capirci, l'Italia è indietro dal punto di vista delle vendite però una buona parte delle industrie italiane lavora per le industrie di altri paesi, fa subforniture. Nel dicembre scorso in Germania la somma delle autovetture elettriche e quelle ibride plug-in supera il 50%: io sono sicuro che una parte notevole di quelle autovetture sia fatta in Italia. Allora mettere assieme questi punti di forza, aiutare con politiche industriali a percorrere questa strada, non solo è obbligatorio – altrimenti i cinesi ci colonizzeranno – ma è anche una straordinaria occasione per produrre il lavoro, ridurre l'impatto ambientale e far pagare di meno i cittadini perché le auto elettrica che consumano meno energia, inquinano di meno e rendono l'Italia più indipendente".

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