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Vendite al dettaglio, i commenti delle associazioni: il lieve incremento di novembre non cambia il bilancio del 2022

Economia
Vendite al dettaglio, i commenti delle associazioni: il lieve incremento di novembre non cambia il bilancio del 2022
(Teleborsa) - I dati diffusi da Istat relativi alle vendite al dettaglio del mese di novembre segnano un lieve incremento sul mese precedente (+0,8%) sia per i beni alimentari (+0,6%) che per quelli non alimentari (+1,0%).

"L’andamento dei consumi, come evidenziato già nei mesi scorsi da Federdistribuzione, risulta particolarmente preoccupante, in considerazione della crescente apprensione delle famiglie rispetto alla propria situazione economica. Nel mese di novembre, le vendite a volume, nel settore alimentare, hanno infatti registrato un dato su base annua del -6,3%", si legge in una nota dell'associazione che rappresenta le imprese distributive operanti nei settori alimentare e non alimentare.

Per l'Ufficio Studi di Confcommercio, "il modesto incremento congiunturale dei volumi acquistati non attenua la portata negativa del profilo delle vendite al dettaglio. Nei primi undici mesi dell’anno, al netto della variazione dei prezzi, le vendite sono risultate sostanzialmente ferme rispetto allo stesso periodo del 2021, evidenziando una contrazione significativa degli acquisti di alimentari e difficoltà di recuperare i volumi del 2019 in molti comparti".

"Forse la recessione mite potrebbe essere evitata, non il forte rallentamento dell’attività economica, innescato proprio dalla frenata dei consumi, come testimoniato dalle variazioni tendenziali del mese di novembre per le varie formule distributive: riguadagna terreno l’e-commerce, soffrono i piccoli negozi e, nell’ambito della grande distribuzione, corrono i discount, una configurazione non nuova per l’Italia della crescita allo “zero virgola” che si vorrebbe archiviare con le riforme e gli investimenti del PNRR. Una sfida resa più difficile proprio dall’elevata inflazione", è il commento di Confesercenti.

“Per affrontare il caro-prezzi e le bollette alle stelle le famiglie non solo tagliano le spese primarie come gli alimentari, ma modificano profondamente le proprie abitudini di acquisto – ha spiegato il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi – Le vendite nel comparto alimentare registrano infatti a novembre una diminuzione record del -6,3% in volume, una contrazione pari a -355 euro annui per la famiglia “tipo”, -484 euro un nucleo con due figli, se non si considera l’effetto inflazione. Le famiglie poi puntano sempre più sul risparmio, come dimostra la crescita delle vendite presso i discount alimentari, che a novembre continuano il trend in forte salita e segnano +10,3% su base annua, il dato più elevato tra tutti gli esercizi commerciali”.

"Il rialzo delle vendite è solo un effetto ottico che dipende dall'inflazione, come dimostra il dato delle vendite in volume rispetto a novembre 2021, fortemente negativo sia per quelle non alimentari, -1,8%, che per quelle alimentari che precipitano addirittura del 6,3%. Insomma gli italiani sono a dieta forzata. Il rialzo invece su ottobre 2022, che in volume si ha solo per le vendite non alimentari, +0,7%, dipende anche in parte dal Black Friday. Non è un caso che le dotazioni per l'informatica e la telefonia siano al secondo posto delle variazioni tendenziali con +5,3%", ha affermato invece Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori.

"Le difficoltà delle famiglie si trasferiscono direttamente sulle imprese dove l’aumento dei costi di produzione colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari”, ha commentato infine il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.





(Foto: Alexander Kovacs on Unsplash)
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