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Energia, Unem: nei primi 10 mesi del 2022 in crescita le lavorazioni delle raffinerie italiane (+9%)

Economia
Energia, Unem: nei primi 10 mesi del 2022 in crescita le lavorazioni delle raffinerie italiane (+9%)
(Teleborsa) - Nei primi dieci mesi 2022 le lavorazioni delle raffinerie (di greggio, semilavorati esteri e additivi) sono state pari a 58,5 milioni/tonnellate, con un incremento del 9% rispetto ai primi dieci mesi 2021. È quanto emerge dai dati pubblicati da Unem, Unione Energie per la Mobilità , l'associazione che riunisce le principali Aziende che operano in Italia nell’ambito della lavorazione, della logistica e della distribuzione dei prodotti petroliferi. L'utilizzo degli impianti (riferito ai greggi e semilavorati importati) è ancora in crescita ed è ora pari al 78,6%.

Nei primi nove mesi 2022, in base a dati provvisori, le importazioni di prodotti finiti sono ammontate a circa 10,8 milioni di tonnellate con un aumento (+2,4%) rispetto allo stesso periodo 2021. In aumento gli arrivi di gpl e jetfuel, in calo soprattutto l'olio combustibile. Le importazioni di semilavorati esteri segnano ancora un forte calo (-28,9%). Nello stesso periodo le esportazioni di prodotti sono ammontate a 21,1 milioni di tonnellate con un incremento del 7,4% rispetto allo stesso periodo 2021. In deciso calo le esportazioni di olio combustibile, lubrificanti e jetfuel mentre sono in aumento quelle di gasolio, benzina, semilavorati e virgin nafta.

Nei primi undici mesi 2022, il costo che l'Italia ha sostenuto per rifornirsi di greggio dall'estero è salito del 61,1% rispetto allo stesso periodo del 2021. Incremento che si sta lievemente restringendo ma che rimane molto forte in parte anche per colpa dell'indebolimento dell'Euro nei confronti del Dollaro Usa.

Nei primi undici mesi 2022, l'Italia ha importato 57,1 milioni di tonnellate di petrolio con un incremento del 10,6% rispetto allo stesso periodo 2021. Il primo paese fornitore è ora la Russia a causa della particolare situazione della raffineria Isab (di proprietà Litasco-Lukoil) che da mesi importa solo petrolio russo non avendo al momento altre possibilità di approvvigionamento. Al netto di ciò il peso della Russia sarebbe limitato a pochi punti percentuali.






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