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Pagamenti elettronici, Pimpinella (APSP): "Italia in cammino verso riduzione gap"

Intervista TLB a Martino Maurizio Pimpinella, Presidente dell'Associazione Prestatori Servizi di Pagamento (A.P.S.P.)

Finanza
Pagamenti elettronici, Pimpinella (APSP): "Italia in cammino verso riduzione gap"
(Teleborsa) - L'Italia è sempre stata in ritardo nelle competenze digitali e, a cascata, nei pagamenti elettronici, privilegiando l'uso del contante come forma di pagamento più diffusa. Negli ultimi anni, tuttavia, la situazione e mutata e, ancor prima della pandemia, l'Italia ha avviato un "processo irreversibile verso la cashless society". Nel 2022 la quota dei pagamenti digitali ha così raggiunto circa il 40% del totale. Così Martino Maurizio Pimpinella, Presidente dell'Associazione Prestatori Servizi di Pagamento (A.P.S.P.) in un'intervista rilasciata a Teleborsa.

L'A.P.S.P., associazione rappresentativa di operatori quali Nexi, PostePay, Bancomat e molte altre società del settore, nasce con l’obiettivo di favorire lo sviluppo, l’informazione e la conoscenza dei mezzi di pagamento digitali ed ha come carattere distintivo la formazione. In questa direzione l'Associazione rivolge la sua attività agli specialisti come al largo pubblico, in ambito istituzionale e professionale, senza dimenticare i più giovani.

Dottor Pimpinella, l’Italia ha sempre avuto un ritardo nel digitale e nell'uso dei pagamenti elettronici. La pandemia ha cambiato le cose? Quali sono oggi i numeri del mercato dei pagamenti elettronici e dell'uso delle carte?

"Se osserviamo l’andamento storico del processo di digitalizzazione del nostro Paese, in effetti, siamo spesso stati costretti a rincorrere. Esemplificativo tra tutti, ad esempio, è l’indice europeo di digitalizzazione DESI nel quale a lungo abbiamo ricoperto posizioni di coda. Questa condizione generale ha riguardato poi anche il mercato delle procedure di incasso e pagamento nel quale il passaggio al digitale si è rivelato più lento che altrove. Tuttavia, negli ultimi anni, anche se in ritardo, l’Italia ha sensibilmente cambiato marcia. La pandemia ha certamente influito ma il suo ruolo è stato più che altro quello di accelerare i tempi di un processo già in corso piuttosto che quello di avviarne uno del tutto nuovo. In Italia, il contante è ancora largamente utilizzato ma la sua quota si sta progressivamente riducendo in un processo verso la cashless society che considero irreversibile. Pensiamo, infatti, che dal 2010 ad oggi, lo scontrino medio del transato tramite pagamento elettronico si è ridotto da 77 a 48 euro (dati Bankitalia, Ndr), sintomo di una maggiore penetrazione di questa forma di pagamento anche negli acquisti quotidiani".
"Nel 2022, anno in cui secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano dovremmo ormai avere raggiunto i 400 miliardi di transato elettronico, la quota dei pagamenti digitali dovrebbe aggirarsi complessivamente attorno al 40% del totale, molto più vicina alla media UE di quanto non lo fosse solo tre anni fa".
"Rimarchevole nel nostro Paese è inoltre la penetrazione delle nuove forme di pagamento, di cui quella contactless è solo la punta dell’iceberg, cresciute nell’ultimo anno quasi del 140% (dati PoliMi, Ndr)".

La mission di A.P.S.P. è promuovere lo sviluppo della moneta elettronica, anche attraverso l'educazione finanziaria e la formazione. Quali sono le attività che promuovete?

"La formazione per noi non è solo una mission ma un vero e proprio marchio di fabbrica che ci contraddistingue fin dalla fondazione. Ognuna delle nostre attività rappresenta in effetti un momento di formazione al quale partecipano attivamente anche gli associati".
"Le attività formative che promuoviamo si differenziano tra quelle specialistiche, riservate agli associati e propedeutiche allo svolgimento delle loro attività lavorative, e quelle rivolte verso l’esterno. In tale ambito, organizziamo eventi e seminari per i rappresentanti istituzionali, gli ordini professionali, come commercialisti ed avvocati, per altre associazioni, banche, imprese e professionisti in genere.
"Vi sono poi i corsi e i seminari rivolti a laureandi, laureati e alla formazione post-laurea, che svolgiamo in collaborazione con alcune università su tutto il territorio italiano, in cui gli associati offrono la propria testimonianza finalizzata a far “toccare con mano” ai discenti il mercato del lavoro e le nuove tecnologie".
"Le attività di formazione poi si ramificano attraverso le iniziative del nostro centro studi con la predisposizione e la diffusione di materiale editoriale, come libri e articoli, o di veri e propri studi e ricerche a disposizione di chiunque voglia farne richiesta.
Tutto questo inoltre è arricchito dal lavoro svolto quotidianamente attraverso i social network e la nostra testata Arena Digitale (www.arenadigitale.it), rivolta sia agli esperti ma anche a chi è del tutto a digiuno di queste materie".

Quanto è importante formare i giovani che sono gli adulti di domani? Quali iniziative coinvolgono oggi la scuola?

"Nel dibattito pubblico attuale, il tema dei pagamenti elettronici e della digitalizzazione appare spesso come un tema divisivo. Ciò è dovuto in larga parte alla disparità di competenze che riguardano una parte significativa dei cittadini e dei territori italiani. Lo scopo ultimo della nostra associazione è di contribuire alla riduzione delle disparità tra i vari strati della popolazione, cercando di non lasciare indietro nessuno, seguendo proprio uno dei principi fondamentali del digitale che è naturalmente inclusivo".
"In questo scenario, formare i giovani – così come ogni altra attività a loro rivolta - è particolarmente importante. Ma se l’educazione rivolta agli adulti è spesso di base, paradossalmente, quella per i giovani è più avanzata. Loro, anche se a volte male o impropriamente, conoscono già molti strumenti digitali, compresi quelli di pagamento, e già li utilizzato diffusamente. Tuttavia, vuoi per la giovane età, vuoi per inesperienza o vuoi anche per "spavalderia", a volte l’atteggiamento dei più giovani nei confronti del digitale è talvolta "leggero". La formazione nei loro confronti riguarda soprattutto l’acquisizione della consapevolezza necessaria a gestire gli strumenti digitali e i pericoli che possono comportare nel modo corretto, ossia indirizzando le potenzialità verso le vere competenze e la competitività, ciò che poi crea un valore aggiunto per tutto il sistema economico e sociale".
"Anche se attualmente più orientati verso una formazione più adulta, il nostro Centro Studi continua a mantenere un rilevante presidio, anche in collaborazione con i nostri associati, nella formazione per le scuole. Così abbiamo fatto per il progetto (e il libro) Stay Digital Pay Digital, le attività istituzionali col Feduf e così abbiamo fatto durante lo scorso autunno con iniziative mirate ai più giovani".
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