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Rottamazione, la lista dei comuni che non accettano lo stralcio dell'IMU

Roma e Milanoi hanno già dichiarato che non procederanno con lo stralcio delle cartelle relative all'IMU e ad altre tasse locali ma la lista dei communi che non aderisce è lunga e non ancora definitiva

Economia
Rottamazione, la lista dei comuni che non accettano lo stralcio dell'IMU
(Teleborsa) - I comuni non aderiscono alla tregua fiscale introdotta dalla Manovra 2023, che prevede fra l'altro una nuova rottamazione delle cartelle e lo stralcio per le cartelle fino a 1.000 euro. Una scelta che per gli enti locali è facoltativa relativamente alle tasse di carattere locale, in primis l'IMU e la TARI.

La sanatoria, inserita nella Legge di Bilancio 2023, è facoltativa per i tributi a carattere locale. A tal proposito i comuni dovranno decidere entro il 31 gennaio, tramite apposita delibera, se accetteranno questa possibilità, anche in forma parziale, per le cartelle IMU e TARI emesse fra il 2010 e il 2015. In mancanza di delibera si applica comunque lo stralcio di sanzioni e interessi.

L’ANCI ha mosso dei rilievi alle norme relative alla tregua fiscale, perché lo stralcio parziale delle cartelle di importo fino a mille euro "non sembra centrare l’obiettivo di liberare il magazzino dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione dai crediti più vetusti".

Milano e Roma sono fra le prime città ad aver dichiarato che non applicheranno lo stralcio e la motivazione è legata perlopiù alla necessità i far quadrare il bilancio.

"La nostra è una scelta di responsabilità, che siamo convinti di assumere e di sottoporre al voto dell'Assemblea Capitolina. Si tratterebbe in sostanza di ridurre servizi alle persone per 60 milioni l’anno per cinque anni, servizi come l’assistenza ai disabili, il trasporto pubblico, gli asili nido", spiega il sindaco Roberto Gualtieri, dal momento che per Roma si tratterebbe di rinunciare a 280 milioni di euro di tasse non pagate antecedenti al 2015.

Per il comune di Milano, invece, provvedimenti come lo stralcio "disincentivano i comportamenti virtuosi e contrastano con il principio di equità nei confronti dei cittadini, la stragrande maggioranza dei quali adempie ai propri obblighi di contribuzione al sostenimento della spesa pubblica, sia per ciò che concerne la fiscalità generale che dal punto di vista delle entrate di tipo extratributario".

Fra le città che hanno già detto no allo stralcio vi sono anche Bologna, Firenze, Piacenza, Verona e Bari, mentre non hanno ancora preso una decisione Napoli e Torino, che propongono la Rottamazione quater come alternativa. Sanatoria valida invece per i Comuni di Acerra, Arezzo, Lecce, Pistoia, Lucca.

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