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Riforma Codice Ambiente: la ricetta di SIMA

L’agenzia Teleborsa intervista Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), in merito alla proposta rilanciata dal Ministero dell’Ambiente dell’istituzione di una commissione per la riforma completa del Codice dell'ambiente

Ambiente, Economia
Riforma Codice Ambiente: la ricetta di SIMA
(Teleborsa) - "Occorre un riordino delle norme sull'ambiente, perché la situazione è cambiata e dobbiamo adeguarci". Il Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin ha annunciato, recentemente, la costituzione di "una commissione ministeriale per il riordino del codice sull'ambiente" durante il convegno "Valore Natura - II ruolo delle aree protette per la tutela e la valorizzazione dell'Italia", promosso da Wwf e Marevivo, che si è tenuto a Roma. "Le cose cambiano e alla luce di questo dobbiamo riscrivere tutto il percorso" - ha detto il ministro -. Si andrà verso una "riforma normativa" che si affiancherà anche a una semplificazione dei "procedimenti burocratici per renderli meno farraginosi".

SIMA ha accolto con favore l’istituzione di una commissione per la riforma completa del Codice dell'ambiente. Professor Miani, cosa ne pensa e quali sono, secondo lei, le modifiche che assicurano un miglior funzionamento del codice?

"Come SIMA siamo favorevoli ad una revisione del Codice, misura chiesta da tempo e da più parti, considerato che il Codice dell'ambiente rappresenta il riferimento normativo di tutta la materia. Troppe sono state le modifiche e le integrazioni al testo che si sono susseguite dal 2006 ad oggi, a cui devono aggiungersi anche le molteplici e differenti interpretazioni da parte delle diverse autorità competenti e degli organi di controllo. È evidente – spiega Alessandro Miani, presidente di SIMA, - che un simile modo di procedere, attraverso continue modifiche puntuali, quasi chirurgiche, ha determinato una situazione di grave instabilità e incertezza tra gli operatori e in molti casi anche sfiducia verso le istituzioni, rappresentando di fatto un vero e proprio disincentivo a fare impresa e un freno al processo di transizione ecologica. Bisogna dare un vero aiuto alle nostre imprese per eliminare alla radice quelle difficoltà che stanno emergendo in tema di ambiente, favorendo e incentivando comportamenti virtuosi che vanno a beneficio prima di tutto dell'ambiente, ma che investono anche il territorio e soprattutto la salute umana.
Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA)
Quando a inquinare sono grovigli di leggi e burocrazia, cosa fare?
Secondo il Professor Miani, “occorre semplificare, rendere norme e procedure snelle, comprensibili, alla portata di tutti, attraverso una razionalizzazione della normativa di settore e facilitazioni per le imprese, abbattendo costi, tempi, e ostacoli burocratici”.

Il Ministero dell'Ambiente si muove verso una "riforma normativa" e una "semplificazione dei procedimenti burocratici". Quali sono secondo lei gli ostacoli da superare per arrivare all'obiettivo?

Devono, innanzitutto, essere “rimosse tutte quelle barriere non tecnologiche” che, di fatto, hanno rappresentato sinora un “freno al recupero” e che derivano da un “approccio restrittivo del legislatore e degli enti” preposti al controllo e al rilascio delle autorizzazioni. Il decreto per i rifiuti da costruzione e demolizione, ad esempio, dimostra come a volte una normativa eccessivamente stringente e “cautelativa” abbia quale unico risultato quello di disincentivare attività virtuose – come il recupero dei rifiuti – favorendo comportamenti quali il conferimento in discarica che, seppur nel rispetto della legge, rappresentano comunque un danno per l’ambiente. In particolare - spiega il Presidente di SIMA - sono emerse numerose incertezze applicative anche con riferimento al Decreto del Presidente della Repubblica 120/2017, che reca la disciplina per la gestione delle terre e rocce da scavo, mancando, ad oggi, la procedura semplificata per la gestione dei cd. piccolissimi cantieri, nonostante fosse espressamente prevista dalla legge. “È, inoltre, essenziale chiarire definitivamente che l’attività di demolizione e costruzione, svolta all’interno del cantiere, è un vero e proprio processo produttivo, ai sensi dell’art. 184 bis del D.Lgs. 152/2006”. Altro aspetto chiave sul quale da tempo si chiede di intervenire in maniera organica e strategica – conclude il Professor Miani - è quello delle “bonifiche dei siti contaminati, operazioni fondamentali per poter restituire alla collettività intere porzioni di territorio e valorizzare nuove potenzialità di sviluppo economico e sociale”.
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