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Diritti e lotterie: gli esodati, pensionati per caso

La questione degli esodati, 65.000 o 390.200?

Per riportare coerenza all'intero contesto, da una parte l'allungamento di due anni dell'età lavorativa stabilito dalla riforma e dall'altra la deroga prevista per gli esodati, è stato emanato un decreto ministeriale che sostanzialmente cerca di limitare il beneficio della deroga a coloro che matureranno il diritto alla pensione nell'arco del biennio successivo alla entrata in vigore della riforma.

La polemica però è nuovamente divampata a seguito di una nota dell'Inps, riportata dalle agenzie ma non diffusa nei suoi dettagli, in cui si parlerebbe di una platea di ben 390.200 casi rientranti nelle diverse categorie degli esodati: rispetto alla impostazione del decreto ministeriale c'è dell'altro. Non solo ulteriori posizioni che scadranno dopo il biennio, ma molto più probabilmente anche una coda di precedenti deroghe, di cui ci si è dimenticati.

Arriviamo al dunque. In passato, quando si disciplinavano casi analoghi, si chiariva che la previsione dell'onere di spesa era solo "valutato": i diritti rimanevano comunque fermi. Stavolta si è operato in un modo abbastanza singolare: dapprima si sono considerati i risparmi complessivi della riforma; poi è stata considerato il costo della deroga riservata agli esodati, come se fosse una maggiore spesa per la quale è necessaria la copertura finanziaria; infine, quest'ultima è stata trasformata in una "aliquota massima". Probabilmente, c'è stato anche un errore di copiato dalle precedenti riforme previdenziali, che pure agivano in senso restrittivo: si lasciavano garantite una serie di situazioni pregresse, ma senza fissare in legge il numero massimo dei soggetti aventi diritto alla deroga. Veniva invece prevista una aliquota ulteriore, per fronteggiare nuove situazioni, analoghe a quelle precedentemente salvaguardate, che si sarebbero potute verificare nei mesi successivi. Una duplice cautela, che stavolta è mancata.

E' davvero un peccato che una riforma così incisiva, che prevede l'innalzamento dei requisiti per accedere alla pensione e l'estensione del modello contributivo, sia rimasta incagliata sulla questione degli esodati. Forse l'esigenza di risparmiare, anche nell'immediato, ha prevalso: ma si è agito in modo arbitrario, sostituendo la certezza del diritto con quella dei risparmi di spesa. Gli errori tecnici si sono trasformati in errori politici, da cui non si torna indietro. Dovremo aspettare un nuovo governo, che provvederà solo quando sarà finita l'estrazione dei 65.000 premi, nella lotteria degli esodati. Insomma, una norma scritta male ed una serie di errori gestiti peggio.
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