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Trasparenza e controlli fondamenti del buon governo

I controlli nella PA restano sempre i fondamenti del buon governo.

Un arretramento dello Stato si è avuto in Italia soprattutto tra il 1998 e il 2003. L'indicatore sintetico dell'OCSE (Indicators of Product Market Regulation), relativo alle caratteristiche anticoncorrenziali della regolamentazione dei mercati e ai fattori di contesto istituzionale che condizionano l'esercizio dell'attività d'impresa, colloca l'Italia, tra i paesi sviluppati, in una posizione intermedia, poco sotto la media.

Un ruolo pervasivo dello Stato si manifesta ancora in Italia attraverso il peso della proprietà pubblica; ma anche attraverso caratteristiche e limiti della regolamentazione nei settori affetti da asimmetrie informative e da esternalità di rete, tanto che, spesso, queste tendono a configurarli come monopoli naturali. Solo in qualche caso, come quello bancario, la restrizione alla concorrenza si giustifica in funzione della stabilità.

Il processo di semplificazione amministrativa è in corso da anni e sembra che alcuni progressi siano stati realizzati. Tuttavia, se si eccettua il programma "taglia oneri" del 2008 per la misurazione e la riduzione degli aggravi burocratici, la tendenza è quella di mirare a ridurre l'impatto della regolamentazione attraverso interventi di carattere organizzativo e procedurale.

Siffatti interventi, nel caso italiano - caratterizzato da elevata frammentazione delle competenze, complessità del quadro normativo e inefficienza della pubblica amministrazione - sembrano destinati ad avere una limitata efficacia.

Nella manovra finanziaria dell'agosto 2011 è stato previsto il riordino della normativa statale e locale per dare attuazione al principio di libertà nell'iniziativa economica e, quindi, alla riduzione dei regimi autorizzatori.

Soprattutto, il Governo Monti si è adoprato negli ultimi mesi per semplificare il contesto istituzionale per l'attività d'impresa. Tra l'altro, con la riduzione effettiva dei procedimenti amministrativi; la ridistribuzione degli uffici giudiziari sul territorio nazionale e l'istituzione dei tribunali per le imprese; l'estensione della media-conciliazione obbligatoria alle controversie condominiali e a quelle per risarcimento dei danni da incidenti stradali; la ristrutturazione dei debiti per le imprese che, per dimensione e livello di indebitamento, non siano assoggettabili alle vigenti procedure concorsuali; l'abolizione del capitale minimo per le società a responsabilità limitata promosse da persone di età inferiore a 35 anni; il contrasto alla corruzione con ridefinizione e ampliamento dei reati, nonché l'inasprimento delle pene; l'istituzione dell'Autorità di regolazione dei trasporti; la separazione proprietaria nel settore del gas; la riduzione dei vincoli nell'esercizio delle attività professionali regolamentate; la liberalizzazione di orari e giorni di apertura per gli esercizi commerciali; la possibilità per l'Autorità di Garanzia per la Concorrenza e il Mercato di agire in giudizio contro gli atti che violino le norme poste a tutela della concorrenza; il divieto degli interlocking directorates.

A mio avviso, per quanto si possa semplificare, riorganizzare e informatizzare, la trasparenza e i controlli nella Pubblica Amministrazione restano pur sempre i fondamenti del buon governo. In che misura sono essi osservati nel nostro Paese? Tutti attendiamo un messaggio di chiarezza e di fiducia in questo travagliato momento della vita nazionale.
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