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All'ombra del bazooka

I mercati, salvo un breve sbandamento di qualche ora, hanno colto bene la natura di potenziale game changer dell’annuncio di Draghi. Un minuto prima il mondo era un soggetto debole e malaticcio legato in cordata a un’Europa impazzita che minacciava di gettarsi nell’abisso trascinando tutto e tutti. Un minuto dopo era solo un soggetto debole e malaticcio. Una bella differenza, ben rimarcata dal rialzo, pienamente legittimo e al momento non eccessivo, di tutte le borse.

Da qui in avanti, tuttavia, occorrerà fare qualche attenzione a due paradossi, il primo europeo e il secondo americano.

Il paradosso europeo è che la riduzione degli spread provocata dalla prospettiva dell’acquisto di bond da parte della Bce rende più sopportabile la vita per Italia e Spagna. La put di Draghi, la rete di protezione stesa sotto Btp e Bonos, a patto che Italia e Spagna si sottopongano a condizioni stringenti, rende i due grandi debitori mediterranei più riluttanti a fare domanda di assistenza e a mettere in moto l’acquisto di titoli.

Il paradosso americano è che una borsa vicina ai massimi di ciclo in vista del Qe3 rende il Qe3 meno probabile. Paradosso nel paradosso, il Quantitative easing è visto come sempre meno utile a risollevare l’economia reale, ma è vissuto dalle borse, in modo quasi isterico, come elemento nutritivo sempre più essenziale per un rialzo dei corsi. Nei primi due episodi di Qe il rialzo ha accompagnato e seguito l’annuncio. Oggi, pavlovianamente, la salivazione è iniziata addirittura prima dello scampanellio. Che succederà all’annuncio? Sarà, al contrario che in passato, un’occasione di vendita?

Pur con queste avvertenze, non vediamo le prossime settimane come particolarmente pericolose.
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