Facebook Pixel
Milano 18-mar
33.940,96 0,00%
Nasdaq 18-mar
17.985,01 +0,99%
Dow Jones 18-mar
38.790,43 +0,20%
Londra 18-mar
7.722,55 -0,06%
Francoforte 18-mar
17.932,68 -0,02%

La conferma di Obama e il fiscal cliff

Il primo impegno di Obama? Affrontare il problema del debito pubblico.

Il Presidente Obama è stato confermato per un secondo mandato. Gli elettori hanno optato per la continuità e la scelta sarebbe stata fondata su motivi economici. Obama ha garantito una certa crescita economica e dell'occupazione anche se non nei termini desiderati e a costo di un forte aumento del debito pubblico che sfiora il 107% del PIL. Nella tradizione americana c'è chi considera il debito una colpa, un peccato.

Il partito repubblicano e la finanza, maggiormente divisi al loro interno, hanno perso. La netta posizione di Goldman & Sachs non è stata sufficiente a far vincere Romney. Il primo giorno dopo i risultati, i mercati finanziari europei ed americani, contrariamente alle aspettative, hanno ceduto terreno in varia misura ed alcune società di rating si sono affrettate a dichiarare che se Obama non affronta con decisione il problema del debito pubblico lo declasseranno. Una chiara prova che non hanno gradito o un incitamento al Presidente confermato ad agire? Una legge prevede aumenti di tasse e tagli di spesa automatici per ridurre il deficit e il debito entro la fine del 2012. Se Il mix dovesse essere attuato è alto il rischio che anche l'economia americana entri nella seconda recessione dopo quella del 2009. In fatto si prevede un ulteriore aumento del deficit e del debito per effetto delle misure di sostegno all'economia, ma i repubblicani sostengono che l'eccesso di spesa e di conseguenti tasse non aiuta l'economia nel medio termine. La legge sul c.d. fiscal cliff, letteralmente precipizio fiscale, è analoga a quella italiana che prevede l'aumento dell'IVA se gli obiettivi di taglio del deficit non sono conseguiti secondo un calendario prefissato nel 2011 dal governo Berlusconi.

Sono espedienti che possono funzionare in condizioni "normali", non nel mezzo di una crisi profonda e vasta come quella che stiamo vivendo, non in un mondo globalizzato dove il risanamento dei conti pubblici di un dato paese dipende non solo dalla crescita interna ma anche da quella degli altri paesi, del commercio internazionale e dal movimento dei capitali. Se l'Unione europea fosse riuscita ad evitare la seconda recessione probabilmente gli Stati Uniti si troverebbero con conti pubblici migliori di quelli attuali. Ma l'eurozona ha aiutato gli USA mantenendo l'euro più forte di quanto servirebbe all'economia europea. Quindi leggi come quelle citate non sono le più adatte ai periodi di crisi gravi. Peraltro un'analoga legge non ha funzionato negli anni '80 durante la presidenza Reagan che alla fine del mandato lasciò un debito pubblico molto alto, sanato poi da Clinton negli anni '90.

Dette leggi si approvano per dare un maggior peso politico all'opposizione nella logica corretta dei pesi e contrappesi. Obama è stato confermato. Ha la maggioranza nel Senato ma i Repubblicani controllano la Camera bassa. Il Presidente deve trovare l'accordo con il Partito repubblicano. È obbligato a farlo e ha già detto che lo farà. In Italia un risultato elettorale del genere sarebbe considerato un disastro. Per l'America è normale perché sono rari i casi di tre maggioranze omogenee anche perché le due Camere si rinnovano parzialmente ogni due anni.

Come se ne esce anche in Italia? Secondo me, con l'abrogazione di dette leggi e con la previsione del c.d. Statuto dell'opposizione, ossia, con la previsione di maggioranze qualificate che coinvolgono l'opposizione sulle questioni più importanti come, nel caso in esame, in materia di bilanci pluriennali e politica economica e medio-lungo termine. La differenza? È che in questo modo i saldi annuali di bilancio possono essere gestiti con maggiore flessibilità ed in modo anticiclico. Ricordo che nel giugno-luglio 2011 uno dei motivi di turbativa dei mercati finanziari era anche l'accesa discussione sul fiscal cliff negli Stati Uniti e non solo la situazione finanziaria di alcuni paesi euromediterranei. Di certo per attuare lo statuto dell'opposizione si richiede maggiore responsabilità da parte dei legislatori e delle autorità di politica economica e finanziaria e qui insorgono grosse difficoltà pratiche.

Attenti osservatori delle primarie USA, delle modalità in cui vengono condotte le campagne elettorali e del modo in cui vengono discussi e dibattuti i vari provvedimenti economici e fiscali dicono che la società americana è fortemente polarizzata e le posizioni dei due principali partiti si sono radicalizzate come in Italia negli ultimi 20 anni. La classe media si è impoverita e non è più quel nucleo di stabilità che favoriva gli accordi bipartisan del passato. E tuttavia, occorre uscire da questa situazione perché, come abbiamo visto in questi ultimi anni, l'esperimento di Ulisse e le Sirene, del capitano che si fa legare all'albero maestro della barca per non cedere alle lusinghe delle sirene (la spesa pubblica facile per conquistarsi il consenso politico) non funziona. Con il mare in tempesta, un'onda lunga manda a scogli tutta la barca.

Altri Top Mind
```