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Terrore e sogno

La strana atmosfera di questa fine anno.

Aleksandr Medvedkin. La Nuova Mosca. Film. 1938La lettura ottimista mette insieme il permanere in tutto il mondo sviluppato di politiche monetarie espansive per il 2013, la stabilizzazione dell’Europa, la volontà di rilancio della Cina e, in America, il forte andamento dei consumi e la ripresa del mercato immobiliare e dell’edilizia. Ne ricava, come si vede dalle previsioni sul prossimo anno che le grandi case stanno pubblicando in questi giorni, un quadro ancora abbastanza favorevole per i bond e molto incoraggiante per l’azionario.

C’è del buono e dell’utile in entrambe le letture, ci pare. Il fiscal cliff non sarà indolore e alcuni aumenti di tasse si faranno sentire. Questi aumenti, tuttavia, non saranno alla fine così terribili come in questi giorni si paventa. A Obama non interessa molto riempire le casse pubbliche, quanto piuttosto ottenere una vittoria politica. Potendo scegliere, preferirebbe raccogliere 50 con aumenti delle aliquote marginali piuttosto che 100 attraverso la limitazione delle detrazioni per i redditi più alti. Obama vuole una vittoria che infligga il massimo dolore possibile ai suoi avversari repubblicani, dividendoli e costringendone una parte a violare l’impegno a non alzare mai le tasse. Fu proprio una violazione di questo tipo che costò la rielezione a Bush padre.

Gli aumenti, quindi, non saranno giganteschi e, in ogni caso, non verranno toccate, se non marginalmente, le detrazioni più care ai contribuenti americani, prima tra tutte quella sui mutui. Per questo sembra eccessiva la caduta dei titoli dell’edilizia, proprio in un momento in cui le società del settore segnalano una forte ripresa di attività.

Quanto all’effetto (moderatamente) restrittivo della politica fiscale americana, questo sarà compensato a livello globale da una politica fiscale europea sempre più indulgente verso i disavanzi mediterranei (solo con l’Italia la linea tedesca è ancora intransigente) e da una Bce che si prepara a scendere in campo con acquisti diretti di titoli spagnoli e, in prospettiva, portoghesi e italiani. La Cina, dal canto suo, non prepara manovre espansive paragonabili a quella imponente del 2008-2009, ma darà comunque un po’ di gas all’edilizia, sostenendo in questo modo l’industria pesante cinese e quella mineraria globale.

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