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I mirabili passi indietro dell’industria europea

1994. Felipe Gonzalez, a destra, discute davanti alla Moncloa con il padre-padrone della Catalogna, Jordi Pujol.Essendo l’Europa a conduzione franco-tedesca in teoria, ma tedesca di fatto, possiamo immaginare che il mercato, cercando di interpretare realisticamente intenzioni e rapporti di forza dei policy maker, terrà per qualche tempo 1.35 come punto di riferimento, con qualche rischio verso il basso nelle prossime settimane (se il dibattito fiscale americano dovesse surriscaldarsi) e verso 1.40 in seguito. È in corso del resto una normalizzazione dei portafogli valutari (e in particolare delle riserve dagli stati asiatici) che potrà essere interrotta solo da un riacutizzarsi serio della crisi europea, non impossibile ma al momento non molto probabile.

A questa pressione la Bce dovrà a un certo punto rispondere con un taglio dei tassi, con nuove operazioni di rifinanziamento alle banche (Ltro) o con l’avvio effettivo degli acquisti di titoli italiani e spagnoli.

Se la Bce è erede della Bundesbank, quanto meno nella forma, queste misure non saranno immediate. La Bundesbank ha guadagnato la sua fama di dura non solo con una politica di lungo termine piuttosto rigorosa, ma anche con piccoli accorgimenti. Il più utilizzato, quando si è trattato di adottare misure espansive, è stato quello di ritardarle di qualche settimana rispetto alle attese del mercato, guadagnandosi un’immagine di intransigenza con un piccolo prezzo. La Bce farà la stessa cosa.

C’è poi un secondo aspetto, più sostanziale. La Germania, quando le cose vanno bene, tende a un certo punto ad assumere un atteggiamento di hybris. A volte sale in cattedra e dà lezioni al mondo (Stati Uniti compresi), altre volte ritiene di essere divenuta invulnerabile al cambio forte o ai tassi troppo alti. L’ultima volta, disgraziatamente, accadde poco prima della crisi di fine 2008. È possibile che la Bce, questa volta, assuma verso l’euro forte lo stesso atteggiamento compiaciuto e se ne serva come conferma di una ripresa europea che è in realtà ancora tutta da verificare.

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