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Lo schema del professor P

Il lupo diventa tecnologico, smart, iperorganizzato: ma sempre lupo rimane.

Il mese dopo la borsa perse il 10%. Attesi ansioso la lettera, per capire cosa avrebbe detto “P.” e soprattutto quali sarebbero state le sue successive previsioni. Purtroppo, di “P.” nessuna traccia: nelle sue lettere metteva l’indirizzo di una casella postale di una grande città, per cui non era di fatto rintracciabile. Dopo circa un anno mi ero quasi dimenticato della faccenda, quando ricevetti un’altra lettera: riconobbi subito i caratteri sulla busta, era “P.”! Diceva che era tornato perché non poteva non condividere con noi fortunati (ma in base a cosa ero stato scelto?) certe informazioni, che la situazione era chiara e che la borsa il mese successivo sarebbe crollata e che quindi bisognava vendere tutto. La borsa effettivamente scese, anche se poco. Il mese dopo, puntuale, la lettera: bisognava vendere subito tutto, diceva, perché il crollo annunciato il mese prima si sarebbe sicuramente verificato. Anche se non ero minimamente interessato alla cosa da un punto di vista pratico, “P.” aveva suscitato in me una curiosità morbosa per gli eventi borsistici, quindi seguii la faccenda acquistando in edicola e in libreria tutto quello che parlava anche lontanamente di mercati. Il mese dopo, la borsa ebbe un mese trionfale e il “Professore” – con mio dispiacere – scomparve nell’oblio per un paio d’anni.

Quando ricomparve, predicendo sciagure e lutti borsistici, fu per un mese solo: la borsa italiana era nel mezzo del suo più grande Bull Market e il mese successivo alla lettera fu di enormi rialzi. Il “Professor P.” scomparve (almeno per me) per sempre.

In realtà, solo molti anni dopo, ricordandomi della faccenda e aiutato da frammenti di articoli e memorie di amici giornalisti, ho potuto capire e ricostruire. “P.” era un Madoff dei poveri, in realtà eticamente molto meno peggio di Madoff: doveva essere un decoroso matematico e un sottile psicologo, la borsa per lui era semplicemente il mezzo più idoneo per sfruttare le sue qualità.

Spiego il suo business model, semplice e a suo modo geniale.

In un dato momento, lui selezionava (come? sicuramente non casualmente) un grosso numero di nominativi, diciamo per semplicità 20.000. A 10.000 mandava una lettera in cui diceva che la borsa saliva, agli altri 10.000 diceva che la borsa sarebbe scesa: motivando diffusamente entrambe le previsioni. Ovviamente qualcosa succedeva: i 10.000 che avevano ricevuto l’indicazione sbagliata erano cancellati, mentre ai 10.000 “privilegiati” che avevano avuto l’indicazione giusta venivano mandate il mese successivo 5.000 lettere rialziste e 5.000 ribassiste. Quando la borsa rimaneva ferma, lui ripeteva integralmente invio e suggerimento. E così via.

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