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Rotazione?

Le nove lunghissime vite dei bond.

Bredasdorp, Sud Africa. Il museo dei relitti navali di Capo Agulhas.Proviamo a trarre qualche conclusione. Per quest’anno e per il prossimo il mondo corre più rischi di deflazione che d’inflazione. Sono rischi remoti, per fortuna, ma da non trascurare. L’inflazione arriverà, ma dal 2015 in avanti.

L’America continuerà a procedere al trotto, a quel 2 per cento che vediamo da tre anni. Sarà una crescita sana e solida (più privata che pubblica), ma non vedremo quell’accelerazione di cui molto si è parlato nei mesi scorsi.

La Fed continuerà tranquillamente con il Quantitative easing tutto quest’anno e troverà ogni pretesto per prolungarlo al 2014. Niente bear market per i Treasuries quest’anno.

La Germania continuerà nel suo trip virtuistico. Sarà inflessibile con se stessa e quindi continuerà ad esserlo anche con il resto d’Europa. Il massimo che concederà è quello che è già stato concesso, il temporaneo congelamento delle politiche fiscali restrittive nei paesi in recessione. Le virtù private sono però pubblici vizi. Un’Europa a crescita zero a perdita d’occhio diventa ancora più inaccettabile in un contesto globale di deflazione strisciante.

La Bce cercherà di compensare le asprezze fiscali di Berlino con politiche aggressive. Si inizierà in giugno o luglio con un taglio dei tassi e poi si replicherà con i rifinanziamenti a lungo termine alle banche o ci si inventerà qualcosa di nuovo. Si cercherà, a un certo punto, di buttare giù l’euro. Come di consueto, la Germania è più aperta e possibilista sul piano monetario che su quello fiscale.

La Cina continuerà la sua difficile transizione dagli investimenti ai consumi. La crescita sarà più bassa che in passato, ma su una base sempre più grande. In termini assoluti, il 6 per cento di oggi è la stessa cosa del 12 per cento di otto anni fa, quando l’economia cinese era la metà di quella di oggi. Ci sarà quindi ancora bisogno di rame e di petrolio.
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