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Spostamenti progressivi

Il ciclo dell’ottimizzazione e quello della ridondanza.

Ingegnere e scrittore. Fedor Dostoevskij (1821-1881)Come l’ottimizzazione non ha mai un limite ex ante, così la ridondanza può diventare illimitata, come la paranoia che la alimenta. Un sistema, tuttavia, può collassare anche per eccesso di ridondanza.

Il nuovo ciclo di crescita e il bull market azionario iniziati nel 2009 hanno lentamente riportato il pendolo verso l’ottimizzazione. Senza entrare nel merito dell’operazione, è sicuramente un segno dei tempi che la pressione su Apple da parte di raider, gestori e analisti abbia alla fine convinto la società a indebitarsi per la prima volta per pagare dividendi più alti agli azionisti.

Il riformarsi di una voglia di ottimizzazione può essere legittimamente letto come il segnale dell’inizio di una bolla azionaria. Il rialzo è del resto al suo quinto anno di vita, i multipli sono sopra 15, c’è la sensazione che questa volta sia diversa da tutte le altre perché c’è uno straordinario impegno delle banche centrali a fornire liquidità e ritirare titoli.

Prima di dichiarare ufficialmente aperta la fase di bolla e prima di definire di nuovo egemone la cultura dell’ottimizzazione dobbiamo però tenere presenti due fattori.

Il primo è che, fino a questo momento, la richiesta di più leva e più rischio viene ancora rivolta in modo selettivo alle sole società che hanno effettivamente molta liquidità. In generale, del resto, il mondo corporate è ancora molto più liquido di quanto non fosse nei cicli precedenti, quanto meno in America e in Giappone.

Il secondo fattore, ancora più importante, è che mentre da una parte si è tornati a percorrere la strada dell’ottimizzazione, ci sono ancora forze importanti che avanzano sulla strada della ridondanza. La pressione per una ricapitalizzazione delle banche cresce ogni giorno non solo in quell’Europa dove la sottocapitalizzazione è più che evidente, ma anche negli Stati Uniti, dove nel 2009 si era già agito in questo senso con energia e tempestività.
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