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Spostamenti progressivi

Il ciclo dell’ottimizzazione e quello della ridondanza.

Ingegnere e filosofo. Ludwig Wittgenstein (1889-1951)Anche sull’onda di libri come The Bankers’ New Clothes, duramente critici verso i manager che vogliono mantenere alta la leva delle banche, c’è una forte pressione di opinione che sostiene il progetto legislativo bipartisan che ha buone probabilità di introdurre per le 15 banche più grandi d’America, criteri di capitalizzazione molto più severi di quelli di Basilea 3.

Ancora più dure le richieste che sta avanzando Thomas Hoenig, già falco del Fomc e oggi direttore del Fdic (l’ente federale che assicura i depositi). Hoenig si batte come un leone per l’abolizione del criterio della ponderazione degli asset di rischio nel portafoglio delle banche. Hoenig chiede in pratica (ed è sempre più ascoltato) che i prestiti erogati dalle banche vengano calcolati tutti al loro valore nominale complessivo, senza distinzioni, spesso arbitrarie in quanto lasciate alla valutazione discrezionale delle banche stesse, sulla loro rischiosità.

Ottimizzare e consolidare, in sé, sono due cose positive. Tutti vorrebbero di più dell’una e dell’altra ma non tutti realizzano subito il conflitto tra loro. Ottimizzare fragilizza, consolidare rallenta. L’America può permettersi banche che riducono la leva, l’Europa deve fare attenzione. Il fatto che l’aumento di capitale di Deutsche Bank, considerata l’apripista di un ciclo di ricapitalizzazioni su tutto il continente, sia stato accolto bene dai mercati è comunque incoraggiante.

Mercati che chiedono ad Apple di decapitalizzare e a Deutsche Bank di ricapitalizzare sono tutto sommato mercati equilibrati ed efficienti che sanno fare il loro mestiere, che resta pur sempre l’allocazione ottimale delle risorse. Sono anche mercati che possono salire ancora (meglio se lentamente), aiutati da banche centrali molto attente a impedire quella deflazione che di solito non fa bene alle borse.
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