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La centesima notte

Del Portogallo e del viaggiare che è meglio dell’arrivare.

Nel triathlon uno può essere molto debole, per dire, nel nuoto, ma talmente forte nel ciclismo e nella corsa da arrivare primo lo stesso. Il Portogallo è in questa situazione, è cioè ancora debole nei conti pubblici (disavanzo 2013 del 5.6 per cento, anche se il primario è in passivo solo dell’uno), ma ha lavorato sulle prestazioni di famiglie e imprese tanto bene da produrre un risultato finale, come abbiamo visto, di tutto rispetto. Ebbene, i commissari sportivi di Bruxelles non sono ancora soddisfatti e vogliono che il Portogallo vada bene anche nel nuoto e scenda comunque, entro il 2015, sotto il 3 per cento di disavanzo pubblico.

Frammenti di un discorso amoroso, Roland BarthesPer farli contenti il Portogallo si sta preparando a ulteriori tagli della spesa pubblica (quelli che in Italia sono assolutamente impossibili) del 2.8 per cento nel solo 2014. È su questo punto che il Cds, il partito più piccolo della coalizione di centro-destra, ha deciso di uscire dal governo.

I tassi sui decennali portoghesi hanno subito pensato bene di portarsi vicini all’8 per cento e sui mercati è circolato lo spettro di una nuova Grecia proprio mentre si stava ritrovando un equilibrio dopo la brusca correzione delle scorse settimane. Commentatori d’oltreoceano hanno paventato default sovrani, crisi bancarie e fughe di depositanti nel timore di confische di tipo cipriota. Poiché le banche spagnole hanno in portafoglio 55 miliardi di euro di bond portoghesi, evocare il contagio immediato e la conflagrazione di tutta Europa è stato facile.

Per fortuna la situazione non è così terribile. Sul piano politico sono possibili più alternative (grande coalizione, governo di minoranza, elezionirapide). A parte il Cds, gli altri partiti non solo sono ancora proeuro ma non mettono nemmeno in discussione, almeno formalmente, le richieste della Troika. Quanto al debito, il Portogallo non ha bisogno di emettere fino alla metà del 2014. Un default in questo momento è tecnicamente impossibile. Il quadro economico, dal canto suo, è quello tipico del sud europeo, con caduta verticale dei consumi e disoccupazione avviata l’anno prossimo verso il 20 per cento.

A decidere i destini del Portogallo e dei suoi bond non saranno in ogni caso né i mercati né i politici portoghesi bensì la Germania e la sua cancelliera. Da Berlino arrivano messaggi tranquillizzanti. Si vota fra dieci settimane e una nuova crisi dell’euro è l’ultima cosa che la Merkel possa desiderare.

(Nell'immagine: Roland Barthes. Frammenti di un discorso amoroso. 1977.)
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