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Noi e l'Africa

Quando i nigeriani saranno più dei cinesi.

Su Kenya, Uganda, Tanzania e Mozambico sta però arrivando a grandi passi la benedizione e maledizione di petrolio e gas. Un recente studio di Deloitte afferma che negli ultimi due anni si sono scoperti più idrocarburi in Africa orientale che in tutto il resto del mondo. Si parla molto della rivoluzione del gas non convenzionale negli Stati Uniti, ma la storia africana potrebbe essere perfino più promettente.

I paesi africani che si affacciano sull’Oceano Indiano dovranno scegliere se crescere armoniosamente, affiancando un’industrializzazione diffusa a uno sfruttamento graduale di petrolio e gas, o se cercare la scorciatoia e scegliere il tutto e subito. Nel primo caso il loro cambio si apprezzerà lentamente nei confronti del nostro, nel secondo l’apprezzamento sarà rapido.

La chiusura giornaliera delle borse africane. Siamo sulla CCTV, la televisione di stato cinese, nel canale in inglese dedicato all’AfricaA parte la Tanzania, che in questo momento ha, secondo il Fondo Monetario, un cambio sopravvalutato, Kenya e Uganda offrono potenzialità di apprezzamento reale di lungo periodo. L’inflazione è del 4 per cento in Kenya e del 5 in Uganda. I decennali in scellini rendono il 13 in Kenya e il 15 in Uganda. In Kenya il debito pubblico è stabile intorno al 40 per cento del Pil, in Uganda è del 22. La crescita è del 5 per cento in Kenya e del 6 in Uganda. Le banche, secondo il Fondo Monetario, sono sane e liquide. La raccolta di queste informazioni, tutte in rete su siti pubblici e gratuiti, ha richiesto una decina di minuti. Si dica di tutto, ma non che parliamo di mercati misteriosi e inaccessibili. Non siamo più ai tempi di Livingstone e di Stanley.

Il fatto che nessun intermediario, in particolare in Italia, solleciti mai investimenti in questi paesi non è un elemento negativo, anzi. Cina, Brasile e Turchia hanno cominciato a non rendere quando sono diventati investimenti rispettabili e diffusi. Si faceva moltissima fatica, nei primi due decenni di boom, a trovare investimenti finanziari cinesi. Eppure il renminbi e la borsa salivano a grandi passi. Oggi ci sono le banche cinesi sotto casa, ma il renminbi è fermo e Shanghai rimane sui minimi.

Certo, il Kenya ha avuto i Mau Mau e una guerra d’indipendenza che è costata molte vite. L’Uganda ha avuto Idi Amin Dada e una pandemia di Aids che a un certo punto si era portata via anche i vertici delle istituzioni e della banca centrale. L’Italia, invece, ha avuto tre guerre d’indipendenza, due guerre mondiali e una guerra civile.

Nulla da segnalare nel resto del mondo. Agosto si prospetta tranquillo come non accadeva da molti anni. A fine mese si comincerà ad essere più nervosi. Eventuali dati macro positivi faranno infatti pensare al tapering, eventuali dati macro negativi toglieranno slancio alla forza impressionante delle borse. Chi non avrà di meglio da fare, potrà sfruttare le giornate di borsa forte delle prossime tre settimane per prendere un po’ di profitto qua e là e mettersi da parte qualcosa per settembre. Dopo la discesa di questi giorni il Giappone appare ancora più interessante. Sui cambi, accumulare dollari sopra 1.33.

Buone vacanze a tutti.

(Nella foto: La chiusura giornaliera delle borse africane. Siamo sulla CCTV, la televisione di stato cinese, nel canale in inglese dedicato all’Africa.)
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