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Il Convitato di Pietra

Tutti a pensare al tapering, ma là nell’angolo, intanto...

Rosenberg è un economista brillante e ha una grande capacità di pensare fuori dagli schemi. Insieme a Gary Shilling è stato, in questi anni, uno dei pochi economisti di mercato tenacemente rialzisti sui bond lunghi, anche nei momenti in cui il coro raccomandava di venderli e dimenticarli per sempre. Oggi Shilling è ancora (moderatamente) pro-bond, mentre Rosenberg, che per anni ha predicato la disinflazione, vede moltiplicarsi i segni di una svolta epocale verso l’inflazione, lentissima nella fase iniziale (oggi) ma destinata ad accelerare.

Reflazionare, reflazionare, reflazionare continua del resto ad essere il mantra di Kenneth Rogoff, che vede per tutto l’orizzonte prevedibile una Fed colomba. La crisi attuale dell’Asia mostra che le politiche monetarie ultraespansive creano a un certo punto instabilità. L’America non è però a questo punto. L’indebitamento delle imprese cresce ma non è alto e quello delle famiglie sta ancora riducendosi, anche se più lentamente che negli anni scorsi.

Conclusione operativa. Siamo entrati nella classica fase di turbolenza autunnale, positiva solo per i trader bravi e nevrotizzante per tutti gli altri. Chi ha già azioni si limiti ad aspettare la fine dell’anno, quando probabilmente saremo tornati sui massimi. Chi è scarico approfitti delle occasioni. Sui bond si continui a restare entro i 4-5 anni.

Le borse europee sono di nuovo molto di moda e con buone ragioni, a condizione che il quadro italiano non si deteriori. Non si dimentichi la borsa inglese.

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