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Syriana

Il primo di una lunga serie di ostacoli.

In realtà in Siria la guerra c’è già da due anni e qualche missile americano per qualche giorno non cambierà molto la situazione sul terreno. Obama conosce bene la storia americana, sulla quale ha letto molto. Il Vietnam iniziò con qualche consigliere militare a Saigon senza nessuna strategia particolare e finì con 50mila morti americani. Afghanistan e Iraq si sono rivelati molto più ostici del previsto e perfino la Libia ha dato filo da torcere. Obama, quindi, farà in Siria solo lo strettamente necessario e cercherà in tutti i modi di evitare la trappola politica della guerra umanitaria.

Le rovine romane di Palmira. Siria.In cuor suo, probabilmente, Obama condivide il realismo di Luttwak, per il quale la cosa migliore da fare in uno scontro tra un regime senza scrupoli da una parte e i salafiti e al Qaeda dall’altra è stare a guardare. Certo, tra questi due poli ci sono centinaia di formazioni paramilitari che partecipano al conflitto (la società siriana è clanica e ogni clan, in questi mesi, è corso ad armarsi), ma il rischio di versare sangue americano per togliere il paese ad Assad e consegnarlo ad avversari ancora peggiori è in ogni caso troppo alto per essere corso.

Tutte le guerre degli ultimi trent’anni sono state guerre annunciate in anticipo. Preparare l’opinione pubblica e la macchina militare americana richiede tempo. È stato così per le due guerre contro l’Iraq nel 1990 e nel 2003, per l’Afghanistan e per la Libia. Nell’attesa del conflitto i mercati azionari hanno continuato a scendere e la discesa si è fermata solo con l’inizio effettivo delle ostilità, cui è seguito subito un recupero.

In piccolo, la stessa cosa è successa e succederà con la Siria. Salvo complicazioni difficili da immaginare i mercati si dimenticheranno presto della Siria, così come si sono dimenticati dell’Egitto poche ore dopo che le piazze del Cairo si sono svuotate.

Con prudenza, dunque, si può provare ad anticipare il corso degli eventi comprando borsa e vendendo Treasuries e petrolio. La fiammata del greggio, a una settimana dalla fine della stagione in cui in America si guida di più, è una bella occasione per vendere i petroliferi (forti negli ultimi giorni) e comprare i chimici, che in quanto utilizzatori di energia si sono invece indeboliti.

(Nella foto: Le rovine romane di Palmira. Siria.)
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