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Il Fiscal Compact è come il Trattato di Maastricht

Stupidi veli pietosi, incapaci di nascondere la crisi del mercantilismo e la fine del comunismo.

Furono quindi abbattute le vecchie "gabbie salariali" che penalizzavano i salari meridionali, ma che corrispondevano ad una differente produttività; lo Stato, con le sue finanze, dovette intervenire per riequilibrare i costi della produzione con una serie di sgravi, contributivi e sugli investimenti. Ne derivò l'assistenzialismo e la dipendenza dell'industria meridionale dalla politica: tutto fu sacrificato sull'altare dell'unità sindacale, della classe lavoratrice e della prospettiva del PCI di andare al Governo. Il comunismo si faceva strada così, e questi sono stati i suoi costi.

Ma anche l'anticomunismo ha fatto le sue vittime: basta pensare alla strategia di svuotamento delle fabbriche automobilistiche in Piemonte, per spostarle in aree rurali dell'Italia centro meridionale, per eliminare alla radice il conflitto esasperato al tempo delle Brigate rosse. Incapaci di gestire il conflitto con i sindacati, arroccati su una idea monarchico-sabauda della proprietà aziendale, in Italia si è smantellata l'intera industria dell'auto, mentre la Germania ha dovuto accettare la cogestione con i sindacati ma è riuscita a diventare un colosso produttivo e nell'export.

Il dualismo nel mercato del lavoro tedesco è arrivato ormai a livelli insostenibili: da una parte ci sono ancora milioni di vecchi operai-ricchi, con i contratti ereditati dall'era del "conflitto", dall'altra milioni di giovani lavoratori-poveri che hanno un salario di 700 euro mensili, comandati di servizio ogni giorno in un posto diverso. La Germania si è arricchita, in questi anni, alle loro spalle.

Chi vuole, faccia lo stesso esercizio ricordando le battaglie di Margareth Thatcher per abbattere il potere dei laburisti e delle Trade Unions, dei minatori e degli operai: ha deindustrializzato definitivamente l'Inghilterra, trasformandola nel più grande polo finanziario dell'Europa. Ma, quando nel 2008 il sistema bancario è andato in crisi, l'intera economia inglese è crollata. E probabilmente non si riprenderà più: ci vorranno decenni, se basteranno, per recuperare le immense perdite accumulate dalle banche inglesi, nazionalizzate o sostenute dal debito pubblico.

Il Trattato di Maastricht, vent'anni fa, ha disegnato una nuova Europa, limitandosi a stendere un velo pietoso sulla fine del pericolo comunista. Lo stesso si fa ora con il Fiscal Compact, chiudendo gli occhi sulla insostenibilità di un'Europa mercantile, in cui alcuni Paesi si arricchiscono senza sosta a danno degli altri.

La crisi non è affatto superata: o si spezza l'euro, o si cambiano le regole dell'Unione. Cittadini, risparmiatori ed investitori prestino la massima attenzione.

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