Ormai è chiaro: per risollevare l'economia europea serve una rivoluzione dello Statuto della Bce. L'abbassamento del tasso di riferimento allo 0,25% è una mossa inutile, anche nei confronti del mini-dollaro. Peggio, delude il mercato azionario. E' la liquidità immessa dalla Fed che indebolisce il biglietto verde, come accade per lo yen, che da sempre aveva un tasso ufficiale rasoterra.Stavolta dell'uscita di
Mario Draghi non se n'è accorto nessuno, anzi. Per la verità, questo
abbassamento del tasso di riferimento non ha stupito né infervorato alcuno, perché è una mossa tanto inattesa quanto inutile.
La
liquidità in Germania c'è di suo, perché ce l'hanno messa tutti gli stranieri europei in fuga dal rischio del default delle loro economie deboli: le banche tedesche non hanno certo bisogno di ricorrere al risconto presso la Bce, ricevono denaro in deposito a tassi irrisori e gli impieghi in
Bund rendono meno dell'inflazione. Alla Germania, a rigore, servirebbe una politica monetaria diversa, che rastrellasse liquidità: un'operazione da mercato aperto che le Banche centrali fanno vendendo titoli.
Chissà, se la
Bce avesse titoli illiquidi ritirati a suo tempo dalle banche tedesche per dare loro un minimo di respiro potrebbe venderli, o forse dovrebbe intervenire la
Unione Europea, per imporre un accorciamento dei tempi di restituzione degli aiuti di stato concessi dal Governo federale tedesco: ipotesi assolutamente inverosimili ed anch'esse inutili, perché
il problema da risolvere è rappresentato dalla illiquidità dell'economia europea e non dalla eccessiva liquidità del sistema bancario tedesco. Al massimo la Germania rischia un po' di inflazione, che renderebbe meno competitive le sue merci.
La verità è che il tasso di riferimento della Bce, ancorchè abbassato allo 0,25%, non ha impatto alcuno sui prestiti in essere, né modifica la convenienza delle
banche, ad esempio quelle italiane, che non hanno strumenti collaterali adeguati da dare alla Bce. Oltretutto, sono tutte sotto schiaffo per via dello
snapshot, la fotografia della situazione, che si scatterà a fine dicembre, in vista dell'esercizio preventivo di vigilanza unificata che durerà fino al prossimo novembre. Aumentare i prestiti significa avere altro capitale da mettere da parte, o doversene procurare dell'altro: niente da fare.