Facebook Pixel
Milano 24-apr
34.271,12 0,00%
Nasdaq 24-apr
17.526,8 +0,32%
Dow Jones 24-apr
38.460,92 -0,11%
Londra 24-apr
8.040,38 0,00%
Francoforte 24-apr
18.088,7 0,00%

Continua la farsa delle riforme costituzionali

Ridurre il numero dei parlamentari, superare il bicameralismo perfetto, semplificare il sistema, renderlo più efficiente, ridurre i costi della politica. E' il leitmotiv che sentiamo ripetere quasi ogni giorno.

Non v'è chi non veda come, in un assetto realmente decentrato, la stragrande maggioranza delle leggi hanno implicazioni per le Regioni. Quindi limitare il potere di co-decisione del Senato delle regioni in realtà mira a indebolire non solo quella che dovrebbe essere la loro più alta rappresentanza, ma anche le regioni stesse come sono ora. Non che alcune di esse non meritino un certo declassamento ma si dà il fatto che nel Trattato di Lisbona (alias, Costituzione europea) tutte le Regioni europee hanno un ruolo di primo piano.

Quindi la citata Commissione di esperti non solo ha trascurato questo problema, ma soprattutto non ha preso in alcuna considerazione la probabile e necessaria evoluzione dell'Unione europea in un vero e proprio assetto federale - come è necessario fare se l'Unione vuole avere un vero governo dell'economia a livello centrale.

La Commissione ha valutato positivamente anche l'ipotesi del monocameralismo, ossia, dell'abrogazione del Senato con minori costi della politica per oltre 541 milioni di euro (previsione 2013). Ha riconosciuto che garantirebbe una maggiore semplificazione del sistema istituzionale e, quindi, una migliore stabilizzazione della forma di governo. Non ultimo, renderebbe più agevole il processo di riforma costituzionale. Il riferimento ovvio va alle lungaggini della doppia lettura in due Camere diverse.

A scanso di equivoci devo precisare che la Commissione di esperti ha fatto una specie di rassegna delle varie proposte di riforma che sono state avanzate negli ultimi anni e si è limitata a sviluppare meglio quelle che hanno raccolto il maggior numero di consensi all'interno della Commissione stessa senza ricorrere a votazioni formali.

È prevalsa largamente la proposta di un bicameralismo differenziato con un Senato delle regioni. Teniamo conto che la Costituzione del 1948 prevede già uno Stato regionale con una suddivisione della sovranità legislativa tra il Parlamento nazionale e i Consigli regionali. La Commissione però ha esaminato anche l'ipotesi di una rappresentanza dei Comuni al suo interno che ne complicherebbe enormemente la formazione, ossia, l'elezione diretta o indiretta. Ma non è di questo che voglio occuparmi qui.
Condividi
"
Altri Top Mind
```