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La fabbrica della liquidità

La Banca del Giappone sostituisce la Fed, non resteremo a secco.

Ora che la Cina ha dichiarato che quest'anno il suo PIL crescerà comunque del 7.5 per cento il punto nevralgico del mondo tornerà a essere il Giappone. A differenza del Fomc, che nel 2010 previde per il 2012 una crescita americana del 4.1 per poi vedersi arrivare in realtà un modesto 1.75, la Cina è infatti praticamente infallibile nelle sue stime quando queste sono confermate dai livelli politici più alti.

A questo punto il mercato ha incrollabili convinzioni su America, Europa e Cina e lascia al loro destino gli emergenti. L'unica area grigia capace di incrinare certezze e provocare correzioni globali è il Giappone, che andrà quindi seguito con la massima attenzione anche da parte di chi intende continuare a investire altrove.

Condimenti zen in contenitore taoIl Giappone sarà però ben presto anche l'unico reflazionatore serio rimasto su piazza. L'Europa si tormenterà a lungo sulla sua politica monetaria, ma alla fine non farà molto (e lo farà all'ultimo momento). La borsa di Tokyo, pur con le avvertenze che abbiamo espresso, sarà quindi da comprare su ogni debolezza.

La copertura del rischio di cambio sarà indispensabile. La debolezza dello yen, nel medio termine, è ancora più certa del rafforzamento della borsa. A chi fosse scettico sulla ripresa dell'azionario giapponese consiglieremmo comunque una posizione al ribasso sullo yen contro dollaro.

Anche il renminbi cinese, nella prossima fase, potrebbe continuare a indebolirsi leggermente contro dollaro. La Cina ci ha promesso solennemente il 7.5 per cento di crescita, ma la rigidità sull'obiettivo di crescita comporta una flessibilità sugli strumenti con cui raggiungerlo. Il cambio è uno tra questi. La Cina resta comunque un paese in surplus strutturale delle partite correnti. A un certo punto, quindi, il renminbi riprenderà ad apprezzarsi.

(Nella foto: Condimento zen in contenitore tao)

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