Oppure, come minimo, viene una spiacevole turbolenza che spinge molti a pasticciare, a vendere dopo la discesa e a ricomprare dopo la risalita. Vivere nel giallo con consapevolezza significa allora tenere posizioni non troppo aggressive e comprare ogni tanto un po' di protezione, specialmente quando costa pochissimo come adesso.
Oggi tutto sembra calmo e perfetto e forse lo è davvero. Se però a fine anno saremo sotto il 6 per cento di disoccupazione e vicini al 2.5 di inflazione, il dibattito nella Fed (già ripreso in queste ore con un
Bullard molto falco) si farà molto più animato e prima o poi innervosirà il mercato.
I prossimi due mesi, che immaginiamo solidi e tranquilli, daranno l'opportunità per alleggerire i portafogli molto esposti al rischio o di costruire comunque intorno a loro protezioni efficaci. Si può andare benissimo in alta quota, ma non in T-shirt e scarpe da ginnastica.
Suggeriamo anche di tenere d'occhio l'Iraq. Da quelle parti non si impressionano troppo se una grande città come Mosul cade in una mattina nelle mani di al-Qaeda. Il problema è che al-Qaeda sembra ora dirigersi verso una delle grandi zone di estrazione del greggio. Se pensiamo ai danni (10 dollari sul prezzo del greggio per tutti questi mesi) provocati dai conflitti intestini in Libia possiamo capire che l'Iraq, che produce a regime più del doppio della Libia, potrebbe procurarci qualche problema.
E dare un contributo a quella cosa che tutti abbiamo deciso di non vedere nel nostro futuro, l'inflazione.
(Nella foto: Il gasometro di Vienna Simmering oggi, dopo la ristrutturazione, visto dall’interno)
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