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Politica , Economia ed Accademia al crocevia della Storia

La risposta la troviamo nei premi assegnati alla letteratura che sono di un'evidenza disarmante, infatti dalla fine degli anni sessanta gli Usa che sembravano onnipotenti non hanno vinto nella sostanza un solo e vero premio nella letteratura. La Morrison, nel 94, esprimeva il dolore razziale delle minoranze, ora maggioranze, di colore, Bellow, nel 76, e Singer, nel 78,erano l'espressione della cultura europea dove avevano vissuto a lungo prima di trasferirsi negli Usa. Gli altri premi negli anni si dividono tra paesi diversi e comunque in aree in cui quel tipo di benessere espresso dall'economia era assente o comunque non rilevante - ad esempio Irlanda, Perù, Cile, Santa Lucia, Polonia, Romania e Grecia -. I due modelli culturali si oppongono senza possibilità di dialogo e di condivisione perché gli interessi dell'economia e della finanza mettono al primo posto la massimizzazione dell'interesse personale e non il "bene comune", esattamente quello che Alfred Nobel voleva scongiurare. La legittimazione del pensiero unico ha soffocato l'immaginazione e spento i valori universali – libertà, uguaglianza e solidarietà –; per dirla con Pascal "l'esprit de finesse" si è definitivamente separato da "l'esprit de geometrie" ma l'uomo razionale è arrivato alla fine della corsa. La responsabilità è di tutti, seppure in modo diverso, perché tutti hanno contribuito,anche tacendo, a dare il valore di verità incontrovertibile a quelle posizioni.

Papa FrancescoInoltre dal 2002 al 2009 gli stessi Usa hanno vinto tre premi per la pace – Carter, Al Gore ed Obama – pur avendo l'esercito più numeroso, armato e potente al mondo, la metà delle spese belliche mondiali ed aziende nel settore che dal 27,7% di quota di mercato del 2003 sono passate ad avere quasi l'80%; inoltre hanno il più elevato numero di morti per arma da fuoco, di diffusione di armi, di suicidi e disturbi mentali; il modello culturale ha assunto una dimensione globale anche negli altri paesi per imitazione o per opposizione. E' questo il modello di società che Alfred Nobel nel suo testamento intendeva contribuire a creare? Una società dove il vero olocausto sembra sia dell'umanità, dei sentimenti che dovrebbero fare dell'uomo un essere che aspira ad una spiritualità superiore ma che sembra oggi soccombere ad una guerra di tutti contro tutti. La storia recente ci ha abituato a sopportare tutto in una "comoda illibertà" avrebbe detto G. Ander – pseudonimo di G. Stern – marito di Annah Arendt, ed a vedere come normali i crimini contro l'umanità.

Papa Francesco nel suo recente discorso in Corea ha esortato a dire la "verità" e provare a domandarci, come Pilato chiede a Gesù, cosa sia. Ma noi siamo in grado di farlo? Siamo in grado di fare un esame di coscienza per provare a rispondere al senso della nostra vita? Siamo in grado di sopportare il dolore e la paura di scoprire che forse ci siamo sbagliati? Siamo in grado di riportare l'uomo al centro del nostro interesse? La risposta a questa domanda ognuno se la deve dare da solo.


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