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Lo scontro socioculturale: economia reale o monetarismo?

La Storia presenta sempre il conto alle illusioni di onnipotenza dell'uomo ma sembra che l'"homo sapiens" sia sempre troppo tardo nel capire i segni dei tempi.

Tuttavia, anche, una situazione globale incerta può essere d'aiuto sia sul mercato delle armi sia sul possibile aumento del prezzo del petrolio che essendo pagato in dollari potrebbe controbilanciare l'eccesso di offerta della stessa moneta. Gli USA hanno già sperimentato questa situazione negli anni settanta quando la guerra del Vietnam ed i disordini interni avevano ridotto le riserve auree costringendo Nixon, che aveva allora come segretario di Stato H. Kissinger, a dichiarare unilateralmente sciolto l'accordo di Bretton Wood. A fronte del possibile crollo della valuta statunitense venne in aiuto il cartello del petrolio pagato in dollari, i petrodollari, che in dieci anni fece volare il prezzo al barile da 1.90 $ al barile a 40 $ e noi subimmo, come importatori, un'inflazione dal 5,7% al 21,2% che ha generato un debito dal quale non ci siamo più ripresi. In compenso si formò una domanda di dollari che ridusse la pressione sulla stessa moneta.

Ora la fluidità della situazione mondiale sembra sfuggire di mano ai suoi controllori, speriamo che la saggezza prevalga su tutti i contendenti che in varie parti del mondo sembrano volere aprire uno scontro. Ambigua, in questo senso, è l'intervista rilasciata da H. Kissinger, premio Nobel per la pace, sul Corriere in cui paventa l'ipotesi di un ritorno alla guerra fredda e di un aumento delle tensioni che già sperimentò sotto la presidenza di Nixon. Anche la parte finale dell'intervista lascia perplessi sull'attualità della sua visione storica perché sembra dare per scontato che gli USA siano ancora i campioni della democrazia. Non è così, un liberismo sfrenato, senza regole morali ha finito per erodere la loro stessa società, da cui invece devono ripartire; se non riescono a mettere in discussione una società di disuguali non riusciranno mai a capire il ruolo vero che il mondo chiede loro. La scelta egemonica di questi anni è del tutto connaturata ad una società fortemente oligarchica che vuole mantenere la propria posizione a dispetto di una società che si è indebolita alla base.

Lo scontro tra modelli culturali è la componente critica di una crisi che nasce lontano nella storia, è una crisi "antropologica" ma mettere in discussione un modello culturale vuole dire mettere in discussione anche un modello di potere. Su questa sfida si gioca il nostro futuro, speriamo di essere in grado di capire, in mezzo a questa confusione ed incertezza, la strada giusta da seguire, la via che non porta alla morte ma la via che l'uomo deve compiere per portare a compimento il suo destino e la sua missione unica e creativa su questa terra come Papa Francesco sta indicando al mondo.

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