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Spend, spend, spend

Se Vivian Nicholson prendesse il posto della Merkel

Vivian è di parola. Compra una casa, vestiti di ogni tipo e una macchina sportiva che cambia ogni sei mesi. È inarrestabile. Nel 1965 iniziano i guai. Il marito si schianta in macchina in autostrada. La vedova scopre che sono rimaste solo 30mila sterline, cerca di rifarsi in borsa e perde tutto. La discesa agli inferi è degna di una morality play medievale. Tre nuovi mariti le muoiono uno dopo l’altro. Le cause legali sono tutte perdute. Per sopravvivere Vivian prova a cantare in locali di striptease, ma non resiste a lungo. La canzone si intitola Spend, Spend, Spend, proprio come un musical ispirato alla sua storia, da cui lei peraltro non guadagna nulla.

Passano gli anni e i decenni. Arriva e passa la Swinging London, la Gran Bretagna sprofonda nei debiti, la Thatcher chiude le miniere di carbone e Soros dà il colpo di grazia alla sterlina. Vivian si dà all’alcool e vive di ricordi. Oggi è Testimone di Geova, ha ritrovato un equilibrio ed è di nuovo brillante e combattiva. Per strada la riconoscono ancora. Lei è Spend, Spend, Spend, non è vero?

La prima pagina del Mail del 27 settembre 1961Oggi l’Europa è immersa nella tristezza come la Castleford del 1961, ma senza la severa grandezza della generazione che aveva combattuto la guerra e salvato l’Europa dal nazifascismo. Al posto della morale dei Vittoriani ci guida la motivazione sportiva di Merkel e Schauble, che vogliono passare alla storia come le due figure che hanno azzerato il disavanzo pubblico e iniziato a ridurre in modo deciso il debito tedesco. È da anni che ci lavorano, è il sogno di una vita e se qualcuno chiede loro di spendere, spendere, spendere per salvare l’euro si sentono come l’alpinista a pochi metri da una grande cima inviolata cui venga chiesto di tornare subito indietro perché a casa hanno bisogno di lui.

In nome dei suoi feticci sulla spesa pubblica la Germania accetta di crescere poco, di avere autostrade intasate a quasi tutte le ore del giorno, di sprecare energia per mancanza di grandi linee di trasmissione, di avere una debole crescita della produttività, bassa scolarità e investimenti insufficienti. La giustificazione è che in Europa, continente di cicale, ci vuole qualcuno che dia l’esempio e faccia da ancora. Senza ancoraggio il merito di credito europeo calerebbe bruscamente e tutti i tassi del continente sarebbero più alti. Era vero una volta, forse, ma in tempi di banche centrali che tengono i tassi bassi monetizzando il debito il discorso non vale più.
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