Fa effetto vedere
Paul De Grauwe, un economista liberale fiammingo che ha speso la sua vita per l’Europa, sprofondare nel pessimismo e dirsi certo che l’euro non sopravvivrà a lungo. De Grauwe, un tempo mercatista, dopo la Grande Recessione ha aperto al ruolo dello stato come contrappeso anticiclico della volatile emotività dei privati. Il problema, dice, è che in Europa la politica ha funzionato in senso ciclico, aggravando i problemi, come nel 2011, invece di attenuarli.
La crisi europea di oggi è più grave di quella del 2011-2012. Lo spread, alto allora e basso oggi, è un indicatore di volontà politica, non di salute strutturale. E la salute si è deteriorata. La Germania, con la sua ricetta di svalutazione interna da parte delle cicale, poteva anche avere ragione tre anni fa. Di fronte però a pazienti recalcitranti (
Italia e Francia) che si sono curati malissimo (molte tasse e niente tagli) o non si sono curati affatto bisogna avere un piano B. La Germania non ha un piano B e al massimo concede dilazioni fiscali e aggiramenti d’ostacolo monetari attraverso la BCE, cui peraltro mette continuamente i bastoni tra le ruote.
Certo, la posizione della Merkel è molto difficile. I liberali si sono estinti e al loro posto
è spuntato come un fungo un partito antieuro come Alternative fur Deutschland. Non bastasse, nella Cdu si è formata una fronda di falchi, il Berliner Kreis, che accusa la Merkel di non avere colto il grido di dolore che si leva dal paese sulla perdita di sovranità e su costi causati dall’euro.
Dovremo quindi abituarci a un
indurimento di toni da parte di Merkel, Schauble e Weidmann e sperare che si tratti solo di atteggiamenti di facciata seguiti all’ultimo momento da improvvise flessibilità.
Prigioniera dei suoi tabù, l’Europa finirà con il prodursi ancora una volta in programmi particolarmente contorti e bizantini. Incapace di chiamare con il suo nome il debito federale, che evoca fantasmi di mutualizzazioni,
l’Eurozona stiracchierà al massimo i suoi fondi salvastati e salvabanche, farà loro emettere grandi quantità di debito che sarà poi comprato dalla BCE. Facendo un po’ di fumo di copertura si spera di distrarre l’opinione pubblica. Sarà però difficile fare accettare questa forma mascherata di Quantitative easing e di debito federale agli agguerriti economisti e giuristi che guidano Alternative fur Deutschland.
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