A ogni
inasprimento delle sanzioni ha finora corrisposto perfettamente (e continuerà a corrispondere) un ammorbidimento nelle richieste tedesche a Italia e Francia su disavanzo pubblico e riforme strutturali. La svolta sul primo punto, quella che ha coinciso con l’apparentemente ardita ribellione di Parigi e Roma alle richieste di austerità da parte di Bruxelles, è avvenuta in seguito alla sconfitta militare ucraina e al cessate il fuoco concordato a Minsk ai primi di settembre.
Sul Qe l’intenzione tedesca era quella di tenere duro fino all’ultimo e di concederlo solo in cambio dell’avvio serio di riforme in Francia e in Italia.
È possibile che Schaeuble abbia qualche avversione autentica al Qe. La Merkel, politica pragmatica, non ha invece pregiudizi e considera il Qe una carta da giocare bene e da scambiare a caro prezzo, non gratis. Quanto a Weidmann, da sempre creatura della Merkel, il suo compito è di offrire una copertura per il mercato politico interno tedesco senza ostacolare sul serio Draghi, che procede in accordo con la Merkel.
Come sappiamo, da Parigi non è arrivato nulla.
Dall’Italia sono arrivate mille promesse e poca sostanza, almeno fino a questo momento. Nonostante questo la Merkel ha dato via libera a caute e graduali aperture al Qe che hanno di nuovo coinciso con un deterioramento sempre più evidente del cessate il fuoco di Minsk.
Il Qe vero, quello fatto con i soldi, verrà tenuto nel cassetto il più a lungo possibile e sarà gestito nella stessa testa, quella della Merkel, che dovrà valutare la tenuta del consenso interno da una parte e le mosse di Putin in Ucraina dall’altra. Nel frattempo avremo strizzate d’occhio, preannunci via via più precisi, aperitivi, stuzzichini anche sostanziosi a base di
Abs e Tltro e tutto quello che servirà a tenere su l’Ifo, le borse e il morale di investitori e operatori economici. Meno attenzione a Weidmann, dunque, o alle varie corti di giustizia e più attenzione alle infiltrazioni russe a Mariupol.
Al netto di queste questioni, mercati appagati e felici fino a metà gennaio. Poi, come minimo, qualche dubbio.
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