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L'investitore (ir)razionale

Il limite tra razionalità e irrazionalità nella terra selvaggia dei mercati è labile e volubile ed è, purtroppo, distinguibile solo a posteriori

Lo ripeto: il limite tra razionalità e irrazionalità sui mercati è labile e volubile ed è, purtroppo, distinguibile con chiarezza solo a posteriori, leggendo gli aridi numeri della performance dei propri investimenti. All’investitore, razionale o irrazionale, noi contrapponiamo l’investitore disciplinato e i “nostri” numeri sono rappresentati da questa tabella: nel 2012 i Portafogli Modello sono andati bene, nel 2013 anche e nel 2014 ancora meglio. Paragonateli pure ai numeri dei grandi maghi, dei grandi gestori, dei grandi fondi hedge e delle grandi case: vi accorgerete come con una semplice strategia direzionale, con un forte controllo del rischio sugli asset volatili e con una totale aderenza metodologica alla disciplina e zero impatto delle opinioni si possano generare ritorni importanti in modo semplice, adatto all’investitore comune.



Continuerà ad essere così? Continueranno i Portafogli Modello a produrre utili capaci di coprire il potere di acquisto dell’investitore con al contempo bassa volatilità?
Nel lungo periodo noi ne siamo certi e faremo di tutto, dove il termine “tutto” sta ad indicare un razionale rispetto dei nostri metodi, nella costante pulsione a migliorarli. Ma la cosa più importante da dirvi è che studiamo costantemente le relazioni tra questi Portafogli Modello e i mercati che li compongono e quindi sappiamo – o almeno siamo profondamente consapevoli della probabilità – che nel prossimo futuro e specificatamente nel 2015 le performances caleranno rispetto ai picchi di quest’anno, specie sul reddito fisso, in quanto siamo abbondantemente sopra alle medie storiche. Ma non per inefficienza dei modelli, quanto piuttosto per un semplice “drying up”, essiccamento, delle potenzialità e della redditività reale: che è un fattore ciclico quanto l’andamento dei mercati.

Il pericolo, sul quale abbiamo più volte messo in guardia, è che investitori abituati, per dirla con Disney, alle case di mattoni ora si siano lasciati attrarre dalle più leggere e semplici case di legno e paglia e che quindi abbiano elevato il loro grado di rischio per correre dietro a una redditività in azzeramento.

L’alternativa, come sempre, esiste: seguire l’istinto, seguire i consigli di un amico bene informato, oppure affidarsi a mani istituzionali esperte ma spesso in palese conflitto di interessi e soprattutto geneticamente inadatte ad andare (apparentemente) “contro” il sistema, inteso come filiera di redditività, nel momento critico, mettendo l’investitore davvero al primo posto.

Nel frattempo, carpe diem stagionale sui mercati, con in mente quello che scrisse George Orwell (l’autore di “1984”): “Quanto più una società si allontanerà dalla verità, tanto più odierà coloro che lo dicono”.

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