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La Finanza "pietra filosofale" e l'uomo cosa

La natura dell'uomo sembra perennemente sospesa tra la materia e lo spirito, tra il mortale e l'immortale, tra il bene ed il male

In questo modo la finanza ha seguito un suo percorso sempre più indipendente dall'economia reale diventandone asimmetrica ed assumendo una posizione sovraordinata alla stessa ma innaturale perché la moneta non crea moneta, solo l'economia reale crea ricchezza. La moneta e la finanza hanno solo un valore fiduciario e rappresentano una promessa di pagamento; su ogni banconota emessa dalla corona inglese sta scritto: "prometto di pagare al portatore della presente la somma di …”. Ma la dimensione illimitata ed incalcolabile dei volumi finanziari oggi rende questa promessa priva di qualsiasi fondamento perché se tutti i portatori andassero all'incasso avremmo la bancarotta globale.

Si sono in questo modo scambiati i ruoli perché l'economia reale è diventata ancillare alla finanza che opera come una "locusta" e finisce per spolpare le imprese perché il suo orizzonte temporale è di breve tempo e non di lungo come quello dell'economia reale. Il suo obiettivo non è partecipare alla ricostruzione della ricchezza, ma piuttosto quello di acquisire una posizione dominante nell'indirizzare e governare la sua allocazione e distribuzione in modo che il suo ruolo dominante possa essere in grado anche di orientare o forzare le azioni dei singoli stati come, ogni giorno, stiamo assistendo.

La speculazione quando diventa fine a sé stessa e non regolata diventa distruttiva: "Gli speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sospese sopra il flusso regolare di intraprese economiche ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni. Quando l'accumulazione di capitale di un paese diventa un sottoprodotto delle attività di un "casinò" è probabile che le cose vadano male... Il che non dovrebbe meravigliare, se ho ragione quando sostengo che i migliori cervelli di Wall Street sono orientati a tutt'altra attività, scriveva J.M. Keynes nel 1936 in "Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta"; il grande scienziato sociale che aveva ancora una volta visto giusto e lontano.

Dopo la caduta del muro di Berlino, cessato il timore dell'antagonista da cui difenderci, la finanza ha cominciato ad assumere sempre più una sua dimensione di studio sovraordinata all'economia reale diventando un fine e uno strumento di esercizio di un potere da realizzarsi in alternativa e sostitutivo di quello bellico tradizionale.
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