Facebook Pixel
Milano 17:35
33.881,5 +0,74%
Nasdaq 18:51
17.474,94 -0,11%
Dow Jones 18:51
37.816,88 +0,17%
Londra 17:35
7.877,05 +0,37%
Francoforte 17:35
17.837,4 +0,38%

La Finanza "pietra filosofale" e l'uomo cosa

La natura dell'uomo sembra perennemente sospesa tra la materia e lo spirito, tra il mortale e l'immortale, tra il bene ed il male

Alla fine, per tornare al tema dei mezzi e dei fini e di come possano essere ribaltati la finanza viene legittimata dalla strumentazione delle scienze esatta come strumento utilizzato per sostenere la verità, ma ad un certo punto lo strumento matematico diventa un fine che sostiene l'impianto culturale – i mercati sono razionali e non sbagliano mai - per cui è necessario legittimarlo con forza, il suo indebolimento coincide con la morte della cultura che l'ha eretto a suo sostegno. Così il mezzo è diventato un fine, la cui dimensione di pensiero è illimitata ed ispira un senso di onnipotenza, si allontana sempre più dalla realtà dell'economia reale e dell'uomo e finisce per dettare le regole di dipendenza a chi la usa.

Questo modo di pensare ha costruito un mondo economico e sociale asimmetrico a quello che dovrebbe ispirare la vita delle società, ne siamo diventati prigionieri, ma la sua forza ed il suo potere di dominio anche culturale – molti studiosi lo hanno deificato - sono tali da condizionare anche la vita e la sopravvivenza delle singole società perché questo non rientra nei suoi scopi, anzi richiede continuamente di essere legittimato ogni singolo giorno nel pensiero e nella vita operativa. In questo senso si può capire come i "Nobel" assegnati negli ultimi anni, come già detto, sull'approccio razionale all'economia e finanza abbiano anche la finalità di continuare a legittimare quel modello anche quando la storia dimostra la sua inadeguatezza a rispondere agli interessi sociali di tutti come dovrebbe essere anziché dei pochi che lo usano come strumento di arricchimento e di dominio.

Come si può osservare la crescita della finanza è esplosa ed in particolare nei paesi di cultura anglosassone, USA e UK, la cui economia è stata finanziarizzata e l'occupazione nel settore manifatturiero, economia reale, è crollata del 35% in dieci anni. Oggi l'occupazione manifatturiera in UK è il 5% del totale ed in USA supera di poco l'11% è quasi impossibile trovare oggi un bene reale in vendita che sia prodotto negli USA. Il progressivo processo di distacco dell'economia reale dalla finanza a cui è stata subordinata ha contribuito alla concentrazione di ricchezza ed alla disoccupazione, ma soprattutto ha staccato la società dalla realtà dando spazio a patologie sociali che sembrano incontenibili.

La finanza si è venuta a concentrare in poche istituzioni che la usano anche a fini egemonici nella ridefinizione degli equilibri globali di potere e viene usata come arma sostitutiva alle bombe; il fatto è di assoluta evidenza in questi tempi.

La partita finanziaria, infatti, ha il centro nell'uso di una strumentazione matematica sempre più raffinata, ma anche sempre più lontana dall'economia reale a cui dovrebbe essere ricondotta, ma che nella sostanza genera solo scommesse ed un gioco d'azzardo astratto che si svolge in un contesto culturale di risorse illimitate. L'uso dei derivati ha assunto un volume d'affari di cui non è più chiaro il contorno, dai dati considerabili e sembrerebbe che l'ammontare del volume delle transazioni derivati in mano a cinque banche d'affari americane sia vicino al 95% del totale; è questa la simmetria informativa che, come sosteneva Lucas, è l'ipotesi fondamentale per rendere i mercati razionali ed infallibili?

(Fabrizio Pezzani, E' tutta un'altra storia. Ritornare all'uomo ed all'economia reale, Aprile 2013, pag. 62-63)

La storia ci sta mettendo di fronte all'evidenza che le ipotesi della razionalità dei mercati è destituita di fondamenti scientifici ma funzionale ad un'azione di regolazione degli stessi ed alla realizzazione di interessi superiori. La finanza favorisce la concentrazione di ricchezza molto più rapidamente dell'economia reale ma questa ricchezza ha una dimensione sovranazionale così si determina un'asimmetria tra la pretesa di democrazia dei singoli stati e un'oligarchia esterna ad essi che ne condiziona i processi decisionali.
Condividi
"
Altri Top Mind
```