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Correzione dovuta

Riavvicinare le aspettative alla realtà

Le promesse, intendiamoci, sono parte del paesaggio della realtà, non sono puro flatus vocis, soprattutto quando sono supportate, come in Europa e in Giappone, da un paio di trilioni di dollari di nuova base monetaria.

C’è però anche un livello sottostante di realtà, quello dell’economia reale, che fino al 2008 stava lì sulla scena, ben visibile ai mercati, e che dopo la crisi è scivolato dietro le quinte, dove solo gli economisti (e non più gli investitori) si avventurano a portare omaggi e fiori ad attrici e attori.

Sana'a, YemenEbbene, quello che succede dietro le quinte non è (ancora) così bello come quello che viene proposto sulla scena. Il Pil americano crescerà in questo primo trimestre dell’uno e qualcosa per cento, la metà, probabilmente, di quel tre per cento che da molti anni si prevede per il futuro prossimo e che però non si realizza mai in modo continuativo. Gli utili per azione delle 500 società che compongono l’indice Standard and Poor’s scenderanno del 5-6 per cento per effetto delle difficoltà del settore energetico e per la forza del dollaro, che erode gli utili conseguiti all’estero dalle multinazionali americane. Gli utili inizieranno a essere pubblicati fra una decina di giorni e quindi è questo il momento per riavvicinare le quotazioni alla realtà.

In Europa la situazione dietro le quinte è migliore, ma non nel senso che è buona bensì in quello che è un po’ meno pesante di prima. La Germania va piuttosto bene da sei mesi, ma il Qe non ha ancora portato a un’accelerazione ulteriore. In Francia, come al solito, non sta succedendo niente, mentre nel resto dell’Eurozona si notano cenni di risveglio, per ora soprattutto nelle aspettative (che comunque contano), ma più modesti di quello che i mercati si figurano.
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