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La Legge della Rovina Statistica

I mercati sono macchine per deludere. Oltretutto, hanno il pessimo vizio di avere sempre ragione loro

Risulta di fondamentale importanza, quindi, assumere un comportamento costante adottando tecniche di protezione del capitale, che non devono in alcun modo essere disattese. Pochissimi investitori capiscono fino in fondo questo semplice concetto matematico, che è alla base dell'erosione progressiva di molti patrimoni.

Per fare un semplice esempio, l'indice italiano è sceso tra il 2000 e il 2012 da 50000 a 12300, perdendo i ¾ del proprio valore. Ora, nonostante abbia guadagnato oltre l'80% dai minimi (quindi la stessa percentuale precedentemente perduta) è solo a 23000, il che significa che non sarebbe sufficiente un ulteriore raddoppio dell'indice dal livello attuale per raggiungere il massimo del 2000. Ma se un indice, azionario o obbligazionario, tende nel tempo a rispettare certi criteri di valore e le probabilità del suo azzeramento sono pressoché nulle, lo stesso non vale per un singolo investimento (esempio: una singola azione o un singolo bond).

Per quanto improbabile, nessuno può escludere in maniera aprioristica il fallimento o l'azzeramento di quasi qualunque investimento, specie di un singolo asset, nel qual caso il valore di ciò che si è investito in quell'asset tende a un irrecuperabile zero. Questo è uno dei motivi per cui la diversificazione del proprio portafoglio è una delle basi essenziali per il mantenimento di un profilo di rischio accettabile e per la diminuzione della probabilità di subire un evento traumatico (quello che Nassim Taleb definisce “Cigno Nero”).

Esempio matematico. Ipotizziamo che ci siano quattro classi di asset correlate al 50% (fattore di correlazione: 0.5) e che ciascuna di queste classi di asset abbia una probabilità del 10% di dimezzarsi. Posso investire in una, due, tre o in tutte e quattro le tipologie di asset. Come varia il mio rischio di perdita?

Numero di asset Possibilità di dimezzamento
1 asset 10%=1/10
2 asset 10%*10%/0,5=1/50
3 asset 10%*10%*10%/0,25=1/250
4 asset 10%*10%*10%*10%/0,125=1/1250

Investendo quindi in quattro asset decorrelati, riduco enormemente le probabilità statistiche di subire una perdita importante. Vediamo un esempio concreto, preso dalla storia recente di una blue chip italiana: Unicredito.

Grafico mensile Unicredito 1984-2015

Questo è il grafico mensile di Unicredito dal 1984 a inizio 2015. I pivot points (i massimi e minimi che sono stati seguiti da grandi movimenti) sono stati arrotondati per semplicità.

Come si vede, gli swings del prezzo sono impressionanti: le variazioni percentuali sono sintetizzate in questa tabella.


Da: a: var %
2,6 9 246%
9 2,5 -72%
2,5 7,9 216%
7,9 3 -62%
3 8,7 190%
8,7 4,5 -48%
4,5 31 589%
31 15 -52%
15 34 127%
34 17 -50%
17 43 153%
43 3,7 -91%
3,7 17 359%
17 2,2 -87%
2,2 6,6 200%

Anche ipotizzando di sapere che le quotazioni a 2.2 fossero su un minimo (cosa impossibile a priori), per ritornare a 17, cioè sul massimo di fine 2009 da cui è partita l'ultima discesa, Unicredito dai prezzi attuali dovrebbe riguadagnare oltre il 250%. Per tornare invece sul massimo assoluto del 2007, dovrebbe guadagnare oltre 600%. Si tratta di variazioni enormi. Ma si tratta anche di variazioni allettanti.
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