Facebook Pixel
Milano 12:52
34.206,13 -0,19%
Nasdaq 24-apr
17.526,8 0,00%
Dow Jones 24-apr
38.460,92 -0,11%
Londra 12:52
8.093,4 +0,66%
Francoforte 12:52
17.973,53 -0,64%

La pagella

A fine anno il giudizio dei mercati sarà meno severo

Qualcosa di simile accade all'anno azionario. Si inizia con i libri puliti, con il contatore di performance azzerato e con narrazioni positive che proiettano su un mitico secondo semestre miglioramenti ulteriori. Con l'arrivare dell'estate i soldi sono stati già spesi, le riserve di liquidità sono basse e la realtà, anche negli anni buoni, non manca mai di riservare qualche delusione o sorpresa negativa. Ecco così che, tra fine agosto e fine novembre, il mercato diventa insensibile alle notizie positive, già scontate, ed esaspera gli elementi negativi. I portafogli psicologicamente o finanziariamente fragili vendono, il mercato scende ancora di più e le narrazioni si fanno cupe e distruttive.

Scuola tedesca. Fine anni VentiA dicembre, tuttavia, chi doveva comprare ha comprato e chi doveva vendere ha venduto. È l'unico momento, dicembre, in cui non si corre troppo dietro ai sogni e ci si libera dagli incubi e dalle nevrosi. Lo sguardo si distacca dall'ultimo dato appena uscito e si sforza di esprimere un giudizio complessivo sull'anno trascorso, esattamente come fanno i professori nel consiglio di classe di fine anno scolastico.

Oggi, a settembre appena iniziato e con l'SP-500 in flessione del 6.50 per cento rispetto all'inizio dell'anno, ha senso vendere solo se si pensa che a dicembre, a consuntivo, il 2015 verrà giudicato un anno da meno 10 o da meno 15. Ha senso invece comprare o, più prudentemente, tenere, se si pensa che l'anno terminerà invariato o con un (modesto) risultato positivo.

Il 2015, in America, si chiuderà senza eccessi di scorte, con vendite d'auto ai massimi del dopo crisi e vicine ai massimi storici e con un mercato delle costruzioni che dà segni sempre più chiari di risveglio. Certo, l'industria petrolifera avrà licenziato 100mila persone, ma l'occupazione sarà aumentata di quasi tre milioni di unità. La crescita del secondo semestre, Cina o non Cina, sarà stata superiore a quella del primo. I tassi d'interesse saranno allo 0.25, contro lo zero attuale, ma questo fatto, ampiamente scontato, non avrà causato un bear market obbligazionario.
Condividi
"
Altri Top Mind
```