Possiamo allora approfittare di queste ore di attesa per volgere lo sguardo verso il futuro profondo. Ce ne dà l'opportunità uno studio di
McKinsey (
Playing To Win. The New Global Competition For Corporate Profits) appena pubblicato e disponibile gratuitamente in rete. Si tratta di un lavoro che ha richiesto l'impegno di decine di specialisti e l'utilizzo di una banca dati globale che include la storia e le stime relative a quasi 30mila società impregnate in tutti i settori produttivi e in tutte le aree geografiche.
Quella di McKinsey è
una grande storia dei profitti dal 1980 al 2025. È ricca di dati, ma è soprattutto una fonte preziosa di ragionamenti e di stimoli. Le conclusioni a cui arriva erano nell'aria da qualche tempo ma nessuno, finora, si era preso l'impegno di modellizzare e quantificare ipotesi che erano restate al livello di intuizioni.
La tesi principale dello studio, il pugno nello stomaco, è che va fatta una netta separazione tra la storia gloriosa dei profitti dal 1980 a oggi e quella che si prospetta per i prossimi dieci anni. Il monte profitti globale, che nel 1980 ammontava a 2.0 trilioni di dollari e che a fine 2013 era stato di 7.2 trilioni, sarà a fine 2025 di 8.6 trilioni. I dollari sono sempre quelli del 2013 e quindi a valore costante, senza le distorsioni provocate dall'inflazione. I profitti misurati sono gli utili operativi netti dopo gli aggiustamenti del carico fiscale (Noplat), ma i dati su Ebitda e Ebit, per quanto diversi nelle proporzioni, vanno comunque nella stessa direzione.
Al di là degli aspetti tecnici, la storia è quella dell'eccezionalità e dell'irripetibilità di quello che è avvenuto dal 1980 a oggi, una vera e propria esplosione dei margini di profitto e, ancora di più, degli utili netti finali. Questa fase storica è già terminata due anni fa per quanto riguarda i margini e terminerà nel prossimo futuro per gli utili finali, destinati a crescere, nei prossimi dieci anni, a un modesto tasso annuale composto dell'1.5 per cento.
Si noti che McKinsey non parte da ipotesi pessimistiche sul futuro della crescita globale. I ricavi delle 30mila società analizzate, infatti, cresceranno in questi prossimi dieci anni del 40 per cento. Se i profitti cresceranno molto meno non sarà per qualche forma di stagnazione secolare ma per la pressione della concorrenza, per la distruzione creatrice della tecnologia (le società innovative portano a casa meno profitti di quelli che portano via alle società tradizionali) e per l'effetto di tassi d'interesse, tasse societarie e costo del lavoro, tre componenti di costo crollate nei 35 anni passati e che nei prossimi dieci probabilmente non risaliranno molto, ma che in ogni caso non scenderanno più.
Fin qui McKinsey. Proviamo adesso a fare qualche considerazione nostra.
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