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2015 = 2025

Se fra dieci anni le borse fossero dove sono adesso?

La prima è ovvia. La storia dal 1980 a oggi è agli atti, quella dei prossimi dieci anni no. Per quanto rigorosa e seria sia la metodologia utilizzata nelle previsioni, esiste sempre un elemento di soggettività e di arbitrio. Inoltre, come ebbe a dire Donald Rumsfeld, non solo esistono le incognite conosciute (comunque misurabili statisticamente) ma anche quelle sconosciute, ovvero le sorprese. Nessuno, nel 1977, avrebbe potuto prevedere la portata della svolta cinese dell'anno successivo e l'impatto globale che questa avrebbe avuto e continuerà ad avere.

The Limits To Growth. 1972. Un futuro di sovrappopolazione e carestiaSe guardiamo oggi un film di fantascienza del 1950, non importa che questo sia ambientato nel 1970, nel 2010 o nel 3000, perché quello che vediamo è comunque il mondo del 1950, con le sue speranze e le sue paure e con gli uomini e le donne del 3000 truccati come si usava nel 1950. La stessa cosa vale per gli studi seri che cercano di immaginare il futuro. The Limits To Growth, il celebre rapporto pubblicato nel 1972 dal Club di Roma, prevedeva per il XXI secolo esplosione demografica, esaurimento delle risorse agricole e minerarie, carestie e collasso sociale. Letto oggi, con il rallentamento demografico, la sovrabbondanza di materie prime e l'epidemia globale di obesità, il libro del Club di Roma ci racconta non del nostro presente, ma delle cupe tristezze e paranoie degli anni Settanta, una fase storica di stagnazione, di crisi energetica e di instabilità sociale.

La stessa cosa, forse, si potrà dire delle previsioni sul futuro formulate oggi, frutto del pessimismo e delle angosce striscianti di questi anni. Anni strani, i nostri, in cui le borse sono ai massimi non per entusiasmo sul futuro, ma per la sottile disperazione delle banche centrali, che cercano di rimediare alla semistagnazione, all'invecchiamento della popolazione e alla crisi fiscale con la monetizzazione del debito, i tassi reali negativi e la liquidità sovrabbondante.

Detto questo, le previsioni di McKinsey sono il meglio che si possa scrivere disponendo delle conoscenze che abbiamo oggi e sono supportate da elementi sotto gli occhi di tutti.

I profitti sono sotto attacco crescente da più fronti. I governi non alzano le imposte sulle società perché temono la concorrenza fiscale degli altri paesi, ma fanno sempre più disinvoltamente di peggio, salassando le banche con continue e mastodontiche multe o, come vediamo in Germania in questi giorni, scaricando con scioltezza sulle società elettriche e sui loro azionisti i costi di uno smantellamento del nucleare deciso dai politici con motivazioni elettorali.
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