A questo punto, dopo avere sbandato in una direzione e poi nell'altra e dopo avere costretto a chiudere prima le posizioni al rialzo e poi quelle al ribasso,
il mercato appare ripulito e abbastanza in equilibrio.
È anche possibile che nelle prossime settimane si provi a salire ancora un po', grazie anche al
rinnovato slancio espansivo della Bce. Sembra di rivivere, nella comunicazione da Francoforte, i lunghi mesi che portarono al
Quantitative easing. Promesse fatte a mezza bocca, ritracciamenti tattici, trovate retoriche, fughe di notizie su importi modesti e poi, per il gran finale, ricchi premi per tutti.
Questa volta la replica è in tono minore, perché i mercati hanno fresco il ricordo delle eccessive illusioni che infiammarono le borse europee in primavera e non vogliono rivivere le delusioni estive. Il livello delle nostre borse, dopo le correzioni per la Grecia, per la
Cina e per la
Volkswagen, è però sufficientemente sacrificato (in termini relativi rispetto all'America) da lasciare spazio a una continuazione della fase di recupero.
Nessuno parla più di
rialzo dei tassi americani, ma in dicembre, se mercati ed economia continueranno a mandare segnali, rispettivamente, di forza e di stabilità, qualcuno si sveglierà e ricomincerà a parlarne.
Per il momento lasciamo ancora correre il recupero, alleggeriamo qua e là e senza fretta le posizioni più esposte e rimaniamo sovrappesati di borse europee e di dollari, in attesa di livelli migliori sui quali alleggerire seriamente.
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