La Russia si salva per il realismo di Putin. Il petrolio a 45 dollari costringe ad abbassare il tiro e a rallentare per non deragliare.
Putin si inventa così l'intervento militare in Siria per coprire brillantemente l'allentamento della presa sull'Ucraina orientale. L'obiettivo è la fine delle sanzioni e il rilancio delle relazioni con l'Europa.
La nostra
Europa è destinata a rimanere un punto delicato dello scacchiere geopolitico. L'Unione può resistere a una bassa crescita e a un'esplosione dell'afflusso di profughi. Finché c'è un minimo di crescita la radicalizzazione politica è gestibile. Se però un giorno una nuova recessione dovesse sovrapporsi a un flusso incontrollato di immigrazione tutti i fragili equilibri potrebbero saltare.
Come si vede, il mondo è pieno di problemi e i rischi non mancano. Il fatto che per i mercati questi rischi siano asintomatici è ovviamente positivo, ma non deve illudere sul superamento dei problemi sottostanti, che in qualche caso, come abbiamo visto, continuano ad aggravarsi. Una nuova recessione li farebbe del resto rapidamente impennare.
Nel breve possiamo però mantenerli sullo sfondo e dedicarci a questioni di tattica. In vista di un
dicembre complicato suggeriamo di mantenere posizioni non troppo aggressive. Un moderato sovrappeso di dollaro e azionario europeo dovrebbe permettere di trarre beneficio dallo scenario più probabile (
Qe2 in Europa e rialzo dei tassi in America) senza mandarci a gambe per aria se la Fed, ancora una volta, dovesse lasciare tutto come sta.
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