Se fin qui abbiamo dato spazio agli antiportafogli dei matti è perché si avvicina quella stagione in cui agli strategist dei sani spetta il compito di
preparare i menu d'investimento per l'anno successivo. Il compito è un po' ingrato perché si hanno a disposizione sempre gli stessi ingredienti, cash, bond e azioni, e perché i bond, almeno in alcune varietà, cominciano ad appassire mentre i margini di profitto, almeno per le società americane, iniziano ad essere sotto pressione.
Per fortuna nel 2016 ci sarà ancora modo di guadagnare qualcosa anche con gli ingredienti della nonna.
La Bce sta studiando una ventina di misure per rilanciare l'inflazione e l'economia. Le attese sono altissime, le voci si rincorrono e l'unica che non abbiamo ancora sentito è l'adozione di pene detentive per i dirigenti delle banche che non aumenteranno gli impieghi. Male che vada, chi non troverà nessuno a cui prestare soldi sarà costretto a tenere la liquidità in dollari, facendo scendere l'
euro e dando così il suo contributo alla rinascita dell'Europa.
Con l'euro che
scende a braccetto con i tassi e con il petrolio, le borse europee avranno per qualche tempo un'intonazione positiva alla sola condizione che Wall Street riesca ad assorbire senza scendere il doppio colpo dei tassi in salita e del dollaro forte. Ricordiamo poi che se le borse saliranno non sarà solo perché sospinte dalla liquidità ma anche e soprattutto per il fatto che
l'economia europea, l'anno prossimo, migliorerà ancora.
Chi non ama la borsa potrà ancora rosicchiare qualcosa sullo spread dei governativi della periferia e sui corporate bond in euro. Anche sul dollaro sarà possibile portare a casa ancora qualcosa, ma con obiettivi modesti.
Un dollaro troppo forte rischia di compromettere la crescita americana, di spaventare Wall Street e di trascinare in una correzione tutti gli asset del mondo.
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