Oggi i mercati mostrano delusione perché sulla torta promessa e consegnata da Draghi mancano una o due ciliegine. Il cambio dell'
euro, a causa di questa mancanza, si sta riportando verso 1.10, mentre alcuni analisti, anche molto autorevoli, si erano sbilanciati nella
previsione di un grosso passo verso la parità tra euro e dollaro.
Guardiamoci però negli occhi. Che cosa è preferibile, nel grande schema delle cose? È meglio mantenere l'euro nel suo range 1.05-1.10 e rinunciare a rubare un po' di crescita all'America, ma garantire in cambio condizioni equilibrate e ordinate intorno al rialzo americano del 16, o è invece meglio andare diritti alla parità col dollaro, avere un rialzo effimero delle borse europee e poi pagare il tutto dal 16 in avanti, con una Wall Street incapace di reggere il doppio peso di un dollaro troppo forte e di tassi in rialzo?
Il massimo di decoupling che il mondo abbia mai visto tra Europa e America è quando la prima sale e la seconda sta ferma.
Se la borsa americana scende, possiamo stare certi che l'Europa la seguirà scendendo ancora di più, vista la sua maggiore volatilità e fragilità di fondo.
Salvare l'America, per salvare il mondo, dunque, e quindi anche l'Europa. La
prudenza di Draghi può alla fine significare un Natale più tranquillo per tutti.
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