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Aringhe rosse

Primo bilancio e prospettive di un anno nervoso

Se è così, il petrolio, la Cina, i tassi che aumentano in un dato mese e non nell'altro o gli acquisti di corporate bond che la Bce fa o non fa sono quelle che in inglese vengono chiamate aringhe rosse, cose cioè molto appariscenti che tendono a catturare l'attenzione ma che in sé non sono né così importanti né decisive.

L'economia americana ha avuto un brutto quarto trimestre 2015 e, per quello che si può capire, un buon primo trimestre 2016. Poiché i dati arrivano in ritardo anche di un mese e più, i mercati hanno preso atto (con grande sorpresa) della debolezza di fine 2015 tra gennaio e febbraio. L'arrivo di (sorprendentemente) buoni dati da metà febbraio in avanti ha coinciso, non a caso, con la ripresa generalizzata della propensione al rischio.

Raffigurazione cinese di Koi FishOggi ci pare che le cose siano in equilibrio. I dati di crescita positiva sono ormai scontati e non fanno più notizia, anche perché i portafogli, nel frattempo, si sono riposizionati facendo di nuovo spazio al rischio. Oggi fanno invece notizia i dati deludenti, fortunatamente ancora pochi, che fanno infatti ripiegare le borse. Il recupero dei mercati ci sembra quindi quasi terminato e, se vorrà proseguire, dovrà farlo molto più lentamente e con il solido supporto di dati macro (e societari) continuamente e consistentemente positivi.

Quanto alle aringhe rosse, che per quanto svianti possono comunque servire ai mercati per razionalizzare movimenti dovuti a fattori più profondi, petrolio e metalli industriali sembrano anch'essi vicini alla fine di questa fase di recupero.

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