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Dopo Brexit, che fare?

In una fase di forte accelerazione della globalizzazione, l'orizzonte degli statisti dovrebbe essere il governo mondiale

L'iniziativa legislativa sarebbe condivisa tra le Camere e il governo federale, alias, Commissione rafforzata. Il primo problema che si pone al riguardo del governo è se la forma di Stato deve essere una Repubblica parlamentare oppure una repubblica presidenziale o semi presidenziale. La mia preferenza va alla Repubblica parlamentare, ma sono pronto a discutere le altre soluzioni a condizione che sia rigorosamente salvaguardata la separazione netta dei poteri come ad esempio negli Stati Uniti. Anche il governo avrebbe due composizioni diverse: una ristretta per gli affari dell'eurozona ed una allargata per l'UE a 27.

Con riguardo ad e), a prima vista, la soluzione sarebbe più a portata di mano. Ormai c'è un certo consenso che la politica dell'austerità non ha dato i frutti sperati e che occorra cambiare passo. Non si può applicare la stessa ricetta a paesi in situazioni diverse. Le economie dei 27 Paesi Membri non possono essere governate da regole automatiche, dai parametri di Maastricht. Non possiamo tutti perseguire lo stesso obiettivo del risanamento dei conti pubblici.

Manifestazioni per il lavoroChe senso ha avere la finanza pubblica in regola e decine di milioni di disoccupati che, per anni e anni, non hanno speranza di trovare un lavoro?

Il punto è che il cambio di politica economica in teoria sarebbe possibile anche nel breve periodo se solo ci fosse il consenso necessario. Serve non una maggiore flessibilità nell'applicazione delle attuali regole uguali per tutti, ma una politica economica articolata per aree regionali con gli stessi problemi all'interno dell'Unione. La strategia di Lisbona sulla convergenza va rigenerata e rilanciata mettendo a disposizione della Commissione e dei governi nuovi e più incisivi strumenti di intervento diretto nell'economia. Bisogna prendere atto che, dopo la crisi iniziata nel 2008, con l'adozione del Fiscal compact e degli annessi e connessi regolamenti anche la politica economica è stata centralizzata, ma confermando l'errore del 1997. Allora come negli anni recenti si è data priorità alla politica di stabilizzazione trascurando del tutto o quasi la crescita. Come noto, mentre si elaborava il Fiscal compact si stava elaborando anche un Growth Pact, ma poi di quest'ultimo non se ne fece niente. Non solo, ma si fece di più e di peggio. A fronte del persistere della doppia recessione che colpiva più duramente i Paesi Membri euromed, l'accordo Cameron-Merkel riduceva di 90 miliardi le proposte della Commissione di aumentare il bilancio settennale, alias, le prospettive finanziarie della UE.

Anche questo è un punto fondamentale che va riformato con urgenza se non si vuole condannare all'impotenza l'auspicato governo europeo. Come si fa a governare una economia di dimensioni continentali con un bilancio non solo striminzito, di poco superiore all'1% del PIL europeo, ma anche rigido? Serve intanto un sostanziale aumento del bilancio e il potere di indebitarsi per avere la possibilità di governare la domanda interna non solo a livello delle maggiori aree regionali ma dell'economia europea nel suo insieme, non solo per fare fronte agli shock esterni ma anche per affrontare sul serio gli squilibri territoriali che permangono e si aggravano all'interno delle varie aree regionali.
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