La borsa americana vedrà spettacolari rotazioni che penalizzeranno i titoli legati ai tassi e
premieranno i ciclici, le infrastrutture, l'acciaio e il carbone (quel poco che è rimasto). I
farmaceutici non saranno più oggetto di torture e sevizie (talvolta meritate) da parte del Congresso e le banche (Europa inclusa) si ritroveranno ossigenate dal nuovo clima sui tassi. La media e piccola impresa americana, più che la grande, sarà la vera beneficiaria della riduzione del carico fiscale.
I bond di tutto il mondo hanno già iniziato ad adeguarsi al nuovo quadro. Per qualche tempo saranno da evitare le scadenze lunghe. Da privilegiare i bond indicizzati all'inflazione, purché con maturità non superiore a 5-7 anni.
I mercati erano arrivati alle elezioni augurandosi il mantenimento dello status quo ed è stato loro servito un
terremoto. Lo status quo avrebbe però prodotto il permanere di un clima avvelenato tra Casa Bianca e Congresso e una paralisi legislativa quasi completa. La politica monetaria sarebbe apparsa una soluzione sempre più stanca e avvizzita e un clima cupo avrebbe iniziato a diffondersi. Ora onori e oneri sono tutti da una parte e non ci saranno scuse per nessuno. Il clima, soprattutto se Trump si mostrerà davvero magnanimo con la Clinton ed eviterà di infierire contro di lei per via giudiziaria, si svelenirà.
Trump ha fatto molte promesse e non riuscirà a mantenerle tutte. È anche possibile che i tratti negativi del suo carattere prendano davvero il sopravvento, come da molte parti si è temuto e si continua a temere, e conducano l'America e il mondo su strade sbagliate. Per il momento, tuttavia, piuttosto che restare al chiuso e respirare un'aria che cominciava a diventare viziata è forse meglio avere aperto la finestra per lasciare entrare vento, polvere, cartacce e foglie di ogni tipo, ma anche un po' di ossigeno.
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