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Come uscire dalla crisi italiana ed europea

Regole, Stato, uguaglianza. La posta in gioco nella cultura della sinistra e nel nuovo capitalismo


Concordo pienamente con Biasco che non si tratta di uscire dall'euro e meno che mai dall'Unione europea. Bisogna invece uscire dalle politiche economiche offertiste e deflattive fin qui portate avanti dal Consiglio europeo per passare a quelle di governo della domanda effettiva con a centro il lavoro, la piena occupazione e la crescita, per lanciare un grande progetto di rilancio per l'Unione intera, per i paesi Euromed e per tutti i paesi mediterranei. È solo con un tale progetto che possono essere affrontati i problemi dell'invecchiamento della popolazione, della bassa produttività, della stagnazione secolare, dell'immigrazione, della crescita inclusiva, della diseguaglianza, degli squilibri territoriali tra paesi centrali e paesi periferici, di conversione ecologica della produzione, di investimento nel capitale umano, di formazione permanente a fronte delle innovazioni tecnologiche che distruggono posti di lavoro, ecc.

È facile capire che se si vuole affrontare il problema della democrazia in Europa bisogna arrivare alla riforma dei Trattati europei e abrogare il Consiglio europeo, procedere all'Unione politica con il conferimento di tutti i poteri legislativi al Parlamento europeo, con la trasformazione della Commissione europea in un vero governo federale dell'eurozona. Il governo dell'Unione non può essere lasciato nelle mani dei governi dei Paesi membri che ragionano in una logica di salvaguardia degli interessi nazionali.

LibiaMa, come detto, c'è un problema di democrazia anche in tutti i paesi rivieraschi del Mediterraneo e c'è il caso drammatico della Libia. Una leadership europea lungimirante deve avere un progetto per il futuro di questi Paesi promuovendo accordi di associazione e cooperazione a medio e lungo termine.

Ovviamente come accennato sopra i tempi per una simile operazione di maggiore legittimazione democratica delle istituzioni europee sono lunghi ma ci sono cose che si possono fare a breve senza la modifica dei Trattati. Ne elenco alcune senza alcuna pretesa di essere esaustivo. Non è questa la sede per elaborare un programma compiuto di politica economica e finanziaria per l'Italia e per l'Unione.

  • Attuare la golden rule che consentirebbe ai paesi euromed di sostenere il loro processo di accumulazione e affrontare meglio i problemi della convergenza; è chiaro che se si impedisce ai paesi euromed di sostenere il loro processo di accumulazione ben più difficilmente essi potranno trovare le risorse pubbliche per promuovere accordi di più intensa cooperazione economica e di assistenza con i paesi rivieraschi; una “sorta di Piano Marshall” dell'Unione e per l'Unione - dice Biasco – e aggiungo io anche per i Paesi mediterranei; anche a quest'ultimo fine occorre chiedere e proporre la migliore suddivisione delle competenze tra Bruxelles e i governi sub-centrali e l'adozione della programmazione come metodo di governo; non è una proposta “rivoluzionaria”; l'Unione pratica già diverse programmazioni settoriali; si tratta di ricondurle a sistema e di finanziarle con risorse adeguate;
  • fermare immediatamente la concorrenza fiscale senza regole; è stata proposta ed adottata allo scopo di far venire meno le risorse per finanziare il modello sociale europeo che molti paesi del mondo ci invidiano; si può fare come è stata abbandonata a suo tempo la politica dell'armonizzazione fiscale;
  • incrementare le risorse del bilancio comunitario anche con tributi propri in modo da avere risorse sufficienti per mettere in atto manovre di governo della domanda effettiva a livello europeo in chiave sussidiaria;
  • prevedere l'emissione diretta da parte della Commissione di eurobond vuoi per finanziare trasferimenti compensativi che assorbano shock asimmetrici di diversa provenienza, misure di stabilizzazione in situazioni di crisi, nonché per finanziare progetti a lungo termine di cooperazione con gli altri Paesi mediterranei.
Su queste e su altre proposte trovate analisi meglio approfondite non solo nel libro che qui presento, ma anche in una sintesi di proposte che Salvatore Biasco ha discusso in un seminario a Tor Vergata nel gennaio 2016.

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