Facebook Pixel
Milano 11:03
33.570,9 -0,92%
Nasdaq 18-apr
17.394,31 -0,57%
Dow Jones 18-apr
37.775,38 +0,06%
Londra 11:03
7.828,68 -0,61%
Francoforte 11:03
17.685,93 -0,85%

La grande confusione

Portafogli per un mondo per aria


Vogliamo altri segni di disordine? Non c'è accordo sui dati macro. Il Cpi americano sarà fra due mesi del 2.5 per cento. Ecco, decolla l'inflazione, diranno alcuni. Calmi, diranno altri, è solo petrolio, Obamacare e prezzi delle case, che in America entrano indirettamente nel Cpi. Tutto il resto è tranquillo, a partire dall'inflazione salariale. Ne siamo sicuri? L'indice delle retribuzioni della Fed di Atlanta, nuovo e meglio costruito degli indici che è abituato a guardare il mercato, segna una crescita del 4 per cento (con
produttività a zero). Nei sondaggi tra gli imprenditori la lamentela maggiore non è sulle tasse o sulla regolamentazione ma sulla difficoltà di trovare personale generico e sull'impossibilità di trovare personale qualificato.

Da Mao a TrumpE tuttavia, considerato tutto quanto detto sopra, la situazione potrebbe anche rivelarsi eccellente. Cina e Germania, i grandi esportatori del mondo che Trump vuole attaccare, potrebbero anche decidere una buona volta di rilanciare il loro mercato interno (il Giappone è al riparo dagli attacchi perché è politicamente amico di Trump, sia per affinità ideologica, sia per il comune interesse a contenere la Cina). L'America potrebbe davvero tornare a crescere del 3 per cento (magari più nel 2018 che quest'anno). Il Congresso potrebbe davvero varare una riforma fiscale razionale senza fare esplodere il disavanzo (nessuno, assolutamente nessuno, lo vuole davvero fare esplodere, a partire da Trump).

L'aumento dell'inflazione potrebbe stare nei limiti che tutti ci auguravamo di raggiungere un anno fa, quando parlavamo solo di deflazione. Il bear market dei bond potrebbe rivelarsi dolce e sopportabile. Il dollaro potrebbe alla fine non muoversi troppo, con grande beneficio per tutti. Le sparate di Trump sui dazi ai cinesi del 45 per cento (fotocopia di quelli di Reagan ai giapponesi, all'epoca accolti bene dai mercati) potrebbero essere solo l'inizio di una trattativa complessiva con i cinesi, che sul piano commerciale si comportano malissimo.

Insomma, la dispersione delle ipotesi sul 2017 è enorme e quello che è partito come un anno all'insegna della forza potrebbe chiudersi male, ma anche molto bene.
Condividi
"
Altri Top Mind
```