Facebook Pixel
Milano 15-apr
33.954,28 0,00%
Nasdaq 15-apr
17.706,83 -1,65%
Dow Jones 15-apr
37.735,11 -0,65%
Londra 15-apr
7.965,53 0,00%
Francoforte 15-apr
18.026,58 0,00%

Ribilanciamenti

Lavori estivi di manutenzione dell’economia globale


Ed ecco Draghi a Sintra dichiarare di fatto conclusa con successo la faticosa missione di riportare a galla l'economia europea in tutti i suoi settori e in tutti i suoi paesi, salvo poi reinserire nel comunicato odierno della Bce il concetto del tutto pleonastico di ulteriori energiche manovre espansive qualora se ne presentasse il bisogno. E assumere toni vaghi, ostentatamente imprecisi, sui tempi e sui modi dell'addio al Quantitative easing.

Insomma, nelle scorse settimane tutte le grandi banche centrali (con l'eccezione di quella del Giappone) hanno trasmesso il messaggio di un'accelerazione del processo di normalizzazione della politica monetaria e poi sono sembrate tutte fare un passo indietro. È stato un ballon d'essai? È stato un tentativo di reintrodurre un minimo di volatilità nei mercati e di ridurre così certi eccessi di posizionamento?

Chiuse e bacini lungo il canale di PanamaL'impressione è che si navighi a vista lungo una rotta tracciata su una vecchia mappa scolorita su cui è disegnata la curva di Phillips. La rotta è quella di sempre, ma la velocità di avvicinamento alla meta è erratica. Ogni tanto si avviano i motori e si percorre un tratto, dando una piccolo stretta alla politica monetaria, ma poi ci si ferma all'improvviso e si getta l'ancora in mezzo all'oceano, aspettando di vedere se si alza il vento dell'inflazione.

Nel frattempo si cerca di dare maggiore stabilità alla nave aggiustando i pesi interni. Si inizia lentamente (da settembre) a svuotare di liquidità la cisterna americana e ci si prepara a ridurre il flusso versato in quella europea, ma in compenso la cisterna giapponese si prepara a essere riempita in modo ancora più aggressivo. L'effetto netto è quasi nullo.

Questo grande lavorio di travasi di liquidità si accompagna a un aggiustamento dei rapporti di cambio che riflette correttamente il perdere colpi da parte di America e Giappone e la nuova forza dell'economia europea. Essendo un aggiustamento deciso a tavolino, è meglio seguirne la tendenza (corti di dollaro e yen, lunghi di euro, Canada, Australia ed emergenti). Quando l'aggiustamento sarà terminato si potrà uscire con comodo, perché non ci sarà volatilità.

Le borse festeggiano la prudenza delle banche centrali e i buoni utili (forse gli ultimi così buoni) del secondo trimestre e partecipano alla redistribuzione dei pesi nella nave attraverso i nuovi rapporti di cambio. E così restano indietro gli esportatori europei, in particolare tedeschi, mentre si rafforzano gli esportatori americani. Non è una redistribuzione di quote di mercato, ma una redistribuzione di utili, di più all'America e di meno all'Europa.

Con la debolezza del dollaro la borsa guida, quella americana, spera di compensare il possibile modesto rialzo dei tassi a lungo che la Fed sta preparando per la fine dell'anno. Quanto al 2018, non tutto è ancora da considerare perduto sul fronte della riforma fiscale.

Borse e bond continueranno quindi a non avere seri problemi fino al giorno in cui si vedrà salire l'inflazione. Oggi nessuno sa se quel giorno sarà fra tre mesi, tra un anno o mai. Più i mercati salgono e più quel giorno, se mai arriverà, sarà spiacevole. Per questo il suggerimento resta quello di continuare a godere del bull market stando investiti, ma con moderazione.

Condividi
"
Altri Top Mind
```