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Lo Spread: “l’unicorno mitologico“ della finanza tossica


Nessuno aveva seriamente considerato la storia del generale Nguyen Giap che aveva sconfitto sullo stesso terreno i francesi a Dien Bien Phu nel 1954, simulando poi la stessa strategia nell'offensiva del Tet per trarre in inganno il comando Usa, ed i nipponici nel 1945 ad Hanoi.
La supponenza e la mancanza di visione storica e politica e la mancanza di una vera spinta interiore creativa rappresentano una grande criticità degli Usa come dimostrano gli ultimi 20 anni di politica estera legata solo alla supponenza del dominio tecnico che stacca l'uomo dalla sua anima e lo rende sterile ed asettico nei sentimenti.

Manufacturing Share of GDP - Current National Currency Units 1970 to 2010Di lì, a fronte di proteste studentesche, di movimenti libertari, di protesta verso il razzismo e contro la guerra, il paese voltò pagina e quei sogni di diritti uguali per tutti e di uguaglianza anche per le minoranze, ora maggioranze, si volse rapidamente verso l'oligarchia ed il dominio dell'economia della moneta e della finanza nella vita sociale e politica. La concentrazione di ricchezza fine a sé stessa e non alla ricostituzione di un benessere condiviso distrugge la società perché all'aumentare della disuguaglianza esplodono le patologie sociali con la disuguaglianza, la povertà, la disoccupazione reale e non quella manipolata ed infine con gli "homeless" a cui la Statua delle libertà assicurava il tetto.

Da quel momento la Finanza sacrale, ma senza fondamento scientifico, sarebbe diventata come diceva Warren Buffet "un'arma di distruzione di massa" usando strumenti fittizi come il PIL, ma anche il rating, le banche d'affari, i derivati non regolamentati ma funzionali a fare variare i prezzi a piacimento di una finanza che parafrasando le "guerre stellari" può essere definita come "la parte oscura della forza". Ma ripartiamo dal nostro PIL-unicorno.

Se partiamo dalla definizione generale il PIL (o prodotto interno lordo) misura il valore di mercato di tutte le merci e di tutti i servizi prodotti nei confini di una nazione in un dato periodo di tempo. La nozione di prodotto è riferita quindi ai beni e servizi che hanno una valorizzazione in un processo di scambio monetario e non di baratto. Il termine "valore" sta a significare, quindi, un valore "monetario" cioè espresso e determinato dal valore attribuito alla carta moneta in un determinato periodo temporale. Il concetto di prodotto non sta a significare che il prodotto sia necessariamente venduto ma è semplicemente il risultato finale o intermedio di dati processi produttivi.

E' del tutto evidente che il concetto di valore monetario si basa sulla falsa idea, come abbiamo visto, che la carta moneta abbia un valore in sé ed abbia anche una sua relativa stabilità per un confronto spaziale e temporale.

Il termine interno indica che tale variabile comprende le attività economiche svolte all'interno del Paese; sono dunque esclusi i beni e servizi prodotti dalle imprese, dai lavoratori e da altri operatori nazionali all'estero; mentre sono inclusi i prodotti realizzati da operatori esteri all'interno del Paese. Sono escluse dal PIL anche le prestazioni a titolo gratuito o l'autoconsumo.

Va inoltre precisato che il "valore monetario" attribuito alla produzione non tiene minimamente conto delle modalità tramite le quali i processi produttivi hanno generato quel valore e nemmeno dei suoi effetti nei processi di redistribuzione del reddito e quindi non tiene in nessuna considerazione gli effetti sociali delle distorsioni retributive e dei danni derivanti dal mancato rispetto dei vincoli ambientali.

In altri termini ci si può trovare di fronte ad una crescita – illusoria – del PIL in presenza di degrado ambientale, di aumento della disuguaglianza, di concentrazione di ricchezza senza attività di sostegno alla spesa sociale, di comportamenti fraudolenti e via così. In questo senso Robert Kennedy sottolineava come il PIL non misurasse cosa potesse valere la vita umana, ma in questo modo la deificazione acritica di tale strumento ha alterato i fini con i mezzi per cui il suo perseguimento giustifica il degrado sociale e morale globale che viene considerato un "danno collaterale".

Infine il termine lordo indica che il valore della produzione è al lordo degli ammortamenti, ovvero al naturale deprezzamento dello stock di capitale fisico intervenuto nel periodo; questo comporta che, per non ridurre tale grandezza a disposizione del sistema, parte del prodotto deve essere destinata al suo reintegro. Sottraendo dal PIL gli ammortamenti, si ottiene il PIN (prodotto interno netto).

L'evidenza dei fatti e la completa asimmetria tra valore fittizio della finanza e valori sociali viene evidenziato in modo netto ed incontrovertibile dai seguenti grafici che mostrano la profonda anomalia di un indicatore che è funzionale solo a manipolare la realtà per la realizzazione di interessi superiori che nulla hanno a che vedere con il bene comune.
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