Facebook Pixel
Milano 17:35
34.363,75 +1,89%
Nasdaq 18:39
17.467,31 +1,49%
Dow Jones 18:39
38.497,45 +0,67%
Londra 17:35
8.044,81 +0,26%
Francoforte 17:35
18.137,65 +1,55%

Di Zi Gui

Il bear market del 2019 e la ripresa del 2020-22


Alla fine del 2018, tuttavia, parecchi piccoli e grandi nodi verranno al pettine uno dopo l'altro e il quadro comincerà ad apparire decisamente meno luminoso.
  1. Le elezioni di novembre per il rinnovo parziale del congresso degli Stati Uniti daranno ai democratici la possibilità concreta di riconquistare almeno una delle due camere. Con Trump alla Casa Bianca e un congresso in parte democratico l'attività legislativa sarà in questo caso completamente bloccata, mentre fioriranno commissioni d'inchiesta di ogni tipo in preparazione di una richiesta di impeachment per Trump.
  2. Il Quantitative tightening operato dalla Fed, che è oggi di 10 miliardi al mese, salirà a fine 2018 a 50 miliardi, una cifra di tutto rispetto.
  3. I Fed Funds saranno arrivati al 2 o al 2.25 per cento e saranno a quel punto vicini al tasso neutrale. I mercati accetteranno di buon grado i rialzi fino al 2 nella consapevolezza che non metteranno in discussione la crescita. Guardando al 2019, tuttavia, non potranno fare a meno di temere conseguenze negative, fino a una possibile recessione, se la Fed manifesterà l'intenzione di avventurarsi al di sopra del tasso neutrale. Se l'inflazione salariale, come è probabile, sarà più alta, la Fed sarà in serio imbarazzo.Di Zi Gui, elogio dell'ordine
  4. Le presidenziali americane del 2020 e la possibilità di una vittoria di candidati antibusiness come Sanders e la Warren cominceranno ad apparire più vicine.
  5. La crescita europea per il 2019 si profilerà più bassa per effetto dell'esaurirsi della domanda arretrata di consumi accumulatasi tra il 2011 e il 2015 e di una minore forza dell'export dovuta al rallentamento cinese e al rafforzamento dell'euro, che peserà sui profitti del settore industriale.
  6. I primi effetti negativi della messa in discussione dei trattati commerciali internazionali, in particolare il Nafta, cominceranno a farsi sentire.
  7. La Bce abbandonerà entro fine 2018 la politica di Quantitative easing e si preparerà ad alzare i tassi a metà 2019.
  8. La base monetaria globale, in crescita dal 2009 per effetto delle politiche di Quantitative easing, comincerà gradualmente a scendere dal terzo trimestre dell'anno prossimo. Il livello del mare su cui galleggiano tutti gli asset reali e finanziari inizierà ad abbassarsi e la volatilità tornerà a crescere.
  9. La Cina, come abbiamo visto, sarà in rallentamento e avrà bisogno di meno materie prime.

Se le borse, come è ben possibile, si saranno mantenute forti per gran parte del 2018, gli elementi per una seria correzione nel 2019 (se non per un bear market del 20 per cento) sono già presenti all'orizzonte.

In compenso, se la Casa Bianca resterà a Trump o andrà a un democratico non radicale e se il programma di Xi Jinping non subirà rallentamenti, tra il 2020 e il 2022 potrà ritornare il sereno.

Condividi
"
Altri Top Mind
```